Augusta, Zes, i dubbi di “Italia nostra”: l’associazione presenterà ricorso


AUGUSTA – La sezione cittadina dell’associazione “Italia nostra” presenterà “a breve un ricorso avverso la proposta di istituzione della Zes al Presidente del Consiglio dei ministri“, cioè il piano strategico che dopo l’approvazione della Regione passerà al vaglio del Ministero competente per il decreto di istituzione. Diverse aree del territorio di Augusta sarebbero ricomprese nella Zona economica speciale (Zes) Sicilia orientale, in particolare del porto Megarese, del retroporto (vedi immagine di copertina), oltre all’area industriale “Tifeo“.
Le Zes prevedono di rendere vantaggiosi gli investimenti attraverso credito d’imposta, sgravi fiscali, agevolazioni sul lavoro, ammortamenti per le aziende. Ma per “Italia nostra”, come già evidenziato dal consigliere comunale di Diem 25, Giuseppe Schermi, ci sarebbero dei nodi da sciogliere in merito ai vincoli ambientali.
“All’interno della proposta Zes che riguarda il territorio di Augusta – spiega l’associazione in un comunicato – ricadrebbero Siti di interesse comunitario (Sic), identificati dagli Stati membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone speciali di conservazione (Zsc), e comprende anche le Zone di protezione speciale (Zps) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli” concernente la conservazione degli uccelli selvatici. La Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche “conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali” (art. 2)“.
“Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000 assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico – si prosegue nel comunicato – La Direttiva riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell’uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l’agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l’obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.). Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell’importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all’occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000“.
“Al fine di semplificare ed accelerare l’insediamento – si conclude in merito alle Zes – la realizzazione e lo svolgimento dell’attività economica nelle Zes sono disciplinati criteri derogatori alla normativa vigente, procedure semplificate e regimi procedimentali speciali applicabili“.