Il cimelio “dimenticato” del Museo civico di Augusta


AUGUSTA – Una trancia fustellatrice d’epoca destinata al Museo civico di Augusta (istituito con delibera di Giunta municipale n. 919 del 31 ottobre 1970) e che da anni non verrebbe ritirata nonostante reiterate richieste e solleciti.
A segnalare la vicenda è Giuseppe Carrabino, già direttore pro tempore del Museo civico e già presidente della Commissione comunale di Storia patria, che riferisce: “Nelle scorse settimane ho chiesto l’autorevole intervento del prefetto di Siracusa dott. Giuseppe Castaldo, a causa della mancata risposta da parte degli organi istituzionali competenti ad un problema che ormai da poco meno di cinque anni e rimasto senza alcuna soluzione“.
Carrabino racconta che il 6 novembre 2012, nella qualità di direttore pro tempore del Museo civico di Augusta, prese in carico la summenzionata “trancia fustellatrice” d’epoca, donata dalla legatoria Giummo, al fine di inserire il cimelio tra le opere destinate all’istituzione museale.
“Un cimelio che poteva finire al museo della tipografia di Trapani e che fortunatamente siamo riusciti a trattenere in Augusta – prosegue Carrabino –. Non essendo all’epoca sgombrati i locali che la Giunta comunale avevo destinati al Museo ed identificati in quelli dell’ex biblioteca in piazza Castello, fu convenuto con i donatori la possibilità di custodire il cimelio all’interno di un magazzino privato concessomi gratuitamente allo scopo. Venuto meno l’incarico di direttore del Museo, anche a seguito dello scioglimento dell’amministrazione comunale e la nomina del commissario prefettizio dott. Antonino La Mattina e successivamente della Commissione straordinaria, fu mia premura sollecitare le istituzioni al ritiro del cimelio, dapprima verbalmente e successivamente, considerato che non ricevevo alcuna risposta, con lettere regolarmente protocollate al Comune di Augusta in data 7 febbraio 2013, 4 settembre 2013, 20 maggio 2014, 5 agosto 2015, 2 gennaio 2017 l’ultima delle quali in data 5 giugno 2017“.
Carrabino, riferendo di aver ricevuto nei giorni scorsi riscontro da parte dell’Ufficio di gabinetto del Prefetto, che si sarebbe quindi attivato per definire la spiacevole situazione, conclude: “Ho ribadito all’attuale amministrazione che continuo a non capire il perché non mi si vuole sollevare da una responsabilità che ormai da tempo non mi compete e per lo più costretto a trasferire il “cimelio” in diversi magazzini che di volta in volta, grazie alla cortesia di amici, mi è stato possibile poter disporre“.