La versione di Schermi: ecco come si poteva “salvare” il Faro Santa Croce


AUGUSTA – Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, lo scorso 13 novembre, è stata bocciata la mozione sul Faro Santa Croce quasi all’unanimità dei presenti, ad eccezione di due astenuti, presentata dal consigliere comunale di Diem25 Giuseppe Schermi, negli intenti del promotore finalizzata a non far “perdere” alla comunità augustana il bene monumentale di metà Ottocento.
Abbiamo illustrato quasi due mesi fa il terzo bando di gara “Valore Paese – Fari”, di Agenzia del demanio e Difesa servizi Spa, per affidare in concessione a privati diciassette fari italiani, tra cui quello di capo Santa Croce, per recuperarli e realizzarne case vacanze per turisti (vedi articolo).
Il Consiglio comunale ha ritenuto di non dover impegnare l’Amministrazione in una marcia indietro rispetto alla recente delibera di giunta che ha dato via libera al percorso tracciato su scala nazionale. Ma, al riguardo, lo stesso Giuseppe Schermi ritiene di dover evidenziare alcuni aspetti: “Entro dicembre si dovranno presentare le offerte all’Agenzia del demanio per trasformare il Faro Santa Croce, con cambio di destinazione urbanistica a struttura ricettiva. Il Demanio lo dismette in base al principio nazionale di fare cassa. Scelta nazionale che si può condividere, ma il decreto “Sblocca Italia” del 2014 consente ai comuni di chiederlo in gestione“.
Il consigliere di minoranza riporta alla luce un punto della mozione bocciata per l’alternativa della gestione comunale: “In Consiglio comunale si è omesso di riferire per intero la mia mozione, perché al terzo punto indicavo lo strumento giuridico per trovare il finanziamento: devoluzioni di mutui in essere. Ricordiamo che il Comune ha circa 6 milioni di mutui concessi, erogati in cassa di tesoreria, che non utilizza e di cui paga gli interessi nell’ordine del 5-6 per cento annui. Nulla in contrario alle attività private, ma innanzitutto sui beni privati e non su quelli pubblici. La destinazione, prevista dal bando dell’Agenzia del demanio, in casa vacanza di lusso fa dedurre che è inimmaginabile che i cittadini di Augusta possano usufruire delle stanze private di un hotel“.
Inoltre, sempre a supporto della sua tesi della sostenibilità di una gestione della struttura da parte dell’ente comunale, aggiunge: “Il Comune oggi ha circa 30 milioni in cassa, che si possono spendere per le opere necessarie e urgenti e possono essere presentate in Consiglio con variazioni di bilancio. Lo strumento della variazione di bilancio è stato utilizzato, quand’ero assessore nel dicembre 2015, per il servizio idrico e per l’aumento dei costi legati alla spazzatura“.
Infine Schermi insiste sull’aspetto occupazionale connesso all’alternativa proposta attraverso la mozione poi bocciata: “L’altro discorso errato, passato in Consiglio comunale, è che il privato crea posti di lavoro, ma anche un’associazione onlus, proprio perché manca la finalità di lucro, perché non c’è distribuzione di profitto, può dare posti di lavoro. Un’associazione ambientalista, per esempio, crea più posti di lavoro rispetto ai privati perché non deve pagarsi gli investimenti da sola“.