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Augusta e la tragedia del Conte Rosso. Il dovere della memoria di quel 24 maggio

AUGUSTA – 24 maggio 1941, settantanove anni fa, la tragedia del piroscafo Conte Rosso. Una pagina della memoria storica da non dimenticare e preservare, ricordandola, con rinnovata dedizione, alla sua naturale scadenza annuale. All’imbrunire di quel giorno, in cui ad Augusta anche la celebrazione del Patrono soffriva per l’oscuramento e le privazioni del tempo di guerra, il destino del transatlantico del Lloyd Triestino, in rotta da Napoli verso la Libia carico di truppe e militari di varie armi e specialità, sarebbe diventata una dolorosa pagina della nostra guerra sul mare, di Augusta e Siracusa, direttamente coinvolte dall’affondamento della grande nave.

La guerra, avvertita sino ad allora dalla gente soltanto per le sporadiche incursioni aeree ed i bollettini radio, divenne con il siluramento della nave nelle acque di casa dieci miglia a levante di Capo Murro di Porco, momento comune di costernazione e sofferenza.

Augusta raccolse parte dei morti ma vide principalmente l’arrivo ed il soccorso dei naufraghi sopravvissuti; Siracusa allineò e contò la più grande parte dei tanti morti che si poterono recuperare nell’oscurità del mare richiusosi sulla superba nave. La popolazione vide allora negli occhi impauriti di tanti tra i superstiti scampati all’annegamento, al freddo, alle lamiere contorte della nave che era affondata in pochi minuti, l’umana commistione di paura, crollo psicofisico, bisogno di tutto, dalle cure alle vesti, al conforto umano.

Altri luttuosi fatti di guerra sul mare avevano già coinvolto Augusta sino a quel momento, tuttavia questi erano sino ad allora apparsi alla popolazione, nonostante il segreto militare e la censura, quasi come su un diverso piano, quello del prezzo ineluttabile della guerra. Invece, il siluramento del Conte Rosso con i suoi milletrecentosette morti in mare, portò probabilmente per la prima volta l’immagine più sconvolgente e reale della tragedia della guerra dinanzi agli occhi di tutti. L’elevato numero di caduti e naufraghi sofferenti mostrarono ed anticiparono quanto di li a poco tutti avrebbero iniziato a vivere sempre più sulla propria pelle, sino alle drammatiche incursioni della primavera del 1943 ed ai giorni tragici turbolenti della successiva invasione.

Il ricordo di questo episodio bellico, rimasto quiescente negli anni successivi al conflitto perché compresso, come tante altre vicende della guerra perduta, dal desiderio di dimenticare o, peggio, da arida demagogia di parte, dagli Anni ottanta è tornato ad essere motivo di ricerca e memoria storica.

Il pomeriggio del 24 maggio 1984 c’ero anch’io a bordo di una delle corvette della Marina Militare uscite da Augusta che si portarono al largo di Capo Murro di Porco e, serrando la formazione, assunsero la posizione di appoggio per la prima cerimonia ufficiale in ricordo del Conte Rosso.

Sei uomini che quella notte c’erano sulla sfortunata nave, avanti negli anni e con i capelli bianchi, superstiti dell’affondamento, tornarono qui per rivivere il più drammatico dei loro ricordi. Le vibrazioni sulla coperta per il ritmico pulsare delle macchine, il gorgoglio del mare tagliato dalle prore delle corvette vicine, il vento, accompagnarono la corona d’alloro che cadeva in mare. Duemilaseicento metri più giù, nel buio dell’alto fondale, continuava a riposare la sfortunata nave che quella sera li trasportava assieme ad altri duemilasettecentoventitre uomini. I reduci erano venuti dal Friuli, ospiti della città di Augusta. Grazie alla dedizione dello storico militare Tullio Marcon, ideatore dell’evento, venne anche posta una lapide marmorea nell’androne del Municipio di Augusta grazie al locale Lions Club a ricordo dei Caduti e dei superstiti del Conte Rosso “ai quali Augusta offrì aiuto e conforto”.

Dal 1990 il Museo della Piazzaforte del Comune di Augusta onora la memoria di quell’evento bellico dedicandovi una sezione, con un modello della nave, cimeli, foto, una scritto di quei sei reduci, estratti della stampa triestina sulla quella prima cerimonia rievocativa.

Il 28 maggio 2007 una solenne cerimonia tenutasi a Siracusa presso il Monumento ai Caduti d’Africa a cura dall’Associazione storica Lamba Doria presieduta da Alberto Moscuzza, alla presenza di alcuni figli di superstiti dell’affondamento, culminò con la scopertura di una stele marmorea in ricordo del Conte Rosso e dei suoi caduti. Da allora più volte questa associazione ha celebrato l’evento con cerimonie, convegni e pubblicazioni.

Il 26 maggio 2016 ancora il Museo della Piazzaforte in collaborazione con il Circolo Filantropico Umberto I presieduto da Domenico Di Franco ricordò l’evento con una conferenza tenuta da chi scrive alla presenza del Sindaco, rappresentanti della Marina, la concittadina figlia di uno dei sopravvissuti, Angela Gigli Amato ed altri qualificati ospiti.

Oggi del Conte Rosso non può che rimanere la memoria ed il dovere di mantenerla viva, per chi si occupa con passione di storia, per le istituzioni, per quanti conoscono già questo evento e  per quanti lo conoscano solo adesso, i giovani, in particolare.

Nel rispetto dei tanti che in quella notte di maggio del 1941 videro richiudersi le acque scure del nostro mare sulle proprie giovani vite.

Antonello Forestiere*

*Direttore Museo della Piazzaforte – Consulente Stato Maggiore Marina Militare

(Nella foto di copertina, tratta dal web: piroscafo Conte Rosso)


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