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Obraz

Mi chiamo Claudia La Ferla, sono augustana, laureata al DAMS di Roma Tre in Sceneggiatura cinematografica e televisiva, ho conseguito la laurea specialistica in Teorie del Cinema della Televisione e Produzione Multimediale e subito dopo un Master in Scrittura e sceneggiatura cinematografica e televisiva presso l’università La Sapienza. Ho scritto programmi televisivi e web series per una web TV, scrivo recensioni per diversi blog, siti cinematografici e quotidiani, faccio da story editor per soggetti e sceneggiature e, in fine, collaboro con due case di produzione a Roma come coordinatore di produzione. Da quando ho iniziato a lavorare, mi è stato spesso consigliato di evitare titoli o nomi identificativi – come nel caso di un blog – in inglese. Nessuno, però, ha mai parlato del russo! Il termine russo OBRAZ è la chiave di sintesi capace di racchiudere in un unico termine il cuore del cinema: IMMAGINE. Questa scelta è dovuta alla passione per un regista, sceneggiatore, montatore, teorico, uomo di cinema a tuttotondo: Sergej Ėjzenštejn. A parte l’omaggio fantozziano a La corazzata Potëmkin per cui rimane famoso nell’immaginario italiano, Ėjzenštejn è una pietra miliare della storia del cinema mondiale cui si devono studi teorici di fondamentale importanza. Proprio lui parla dell’obraz (immagine) come il primo tassello fondamentale, come la prima unità base/atomo che conduce a quella che chiama obraznost (in italiano tradotto con il termine “immaginità”). Il suo è un discorso filosofico e molto moderno che associa il cinema alle categorie di pensiero. Non volendo scendere troppo in profondità nell’analisi teorica, mi basta sottolineare la centralità dell’immagine come nucleo base e primario. L’immagine del Blog è molto famosa, è un frame appartenente a Un chien andalou, cortometraggio del 1929 scritto, prodotto e interpretato da Luis Buñuel e Salvador Dalí. È un’immagine forte ed emblematica: recidere lo sguardo per crearne uno nuovo. L’occhio capace di guardare diventa protagonista indiscusso di un cinema che è prima di tutto piacere voyeuristico, capace di guardare al passato per rinnovarsi e reinventarsi. Già l’invenzione della fotografia porta con sé un mutamento dello sguardo dovuto al fatto che per la prima volta il processo di riproduzione non coinvolge direttamente l’attività manuale, ma soltanto l’occhio che guarda dentro l’obiettivo. La cinepresa fa un salto in più: permette l’apparizione di una natura totalmente diversa da quella che vediamo a occhio nudo. Al posto di uno spazio elaborato e pieno di vincoli emerge un “inconscio ottico”. Il cinema può, così, essere visto come una extra-realtà che ci permette di essere noi stessi fuori da noi stessi in cui l’occhio e l’immagine diventano veicolo primario di accesso all’emozione. Questo Blog seguirà due strade parallele: la realizzazione di un cortometraggio da girare ad Augusta nel 2016 (dalla sceneggiatura fino alle riprese e la post-produzione) e le recensioni dei film più visti del mese.

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