Commemorazione del “Conte Rosso”, quella storica prova di solidarietà di Augustani e Marina


AUGUSTA – Il 75° anniversario dell’affondamento del piroscafo “Conte Rosso”, avvenuto il 24 maggio 1941 al largo di capo Murro di Porco, è stato ricordato ad Augusta con una conferenza storica organizzata nella sede di piazza Duomo dall’associazione filantropica “Umberto I”, presieduta da Mimmo Di Franco, e dal Museo della Piazzaforte del Comune di Augusta, a cura dell’avvocato Antonello Forestiere, relatore della serata.
All’evento tenuto giovedì 26, ha presenziato il sindaco Cettina Di Pietro, che ha introdotto i lavori, accompagnata dal capo di gabinetto Pino Fazio. È intervenuta quale ospite d’onore la professoressa Angela Gigli Amato, figlia di un superstite della nave affondata. Presenti per le autorità il capitano di fregata Campasso in rappresentanza di Comforpat; il maresciallo Cassia, in rappresentanza della Compagnia Carabinieri Augusta; Mantinei per l’Anmi; componenti del Nastro Azzurro fra Decorati al Vm e dell’Unuci; la responsabile Anita D’Avola e socie della Croce Rossa di Augusta; rappresentanti dei club service cittadini Lions e Rotary; alcuni ufficiali superiori della Marina Militare in quiescenza; componenti ed amici del Museo. Come riferito dal relatore, il contrammiraglio De Felice, comandante Marittimo Sicilia, fuori sede a Porto Empedocle per l’emergenza migranti, ha esternato telefonicamente il suo compiacimento ed elogio per la lodevole iniziativa di commemorazione storico-militare.
La tragedia del “Conte Rosso”, superbo transatlantico del Lloyd Triestino, in rotta da Napoli a Tripoli carico di truppe e militari di ogni arma e specialità, consumatasi dieci miglia a levante di Capo Murro di Porco la sera del 24 maggio 1941, non è soltanto una delle più dolorose pagine della Marina nel Secondo conflitto mondiale. Per la città di Augusta, in particolare, quel luttuoso fatto di guerra sul mare registrò infatti il coinvolgimento di vaste fasce della popolazione civile nella fase a terra dell’assistenza ai superstiti, momento spontaneo e commovente di osmosi tra civili e militari, sull’onda della pietà e del desiderio di aiutare per come possibile i laceri, feriti e frastornati superstiti dell’affondamento. Anche Siracusa fu coinvolta nella tragedia della grande nave, sia perché più prossima al luogo dell’evento, sia per i noti aspetti legati al riconoscimento e sepoltura di gran parte delle poche vittime recuperate.
Il relatore Antonello Forestiere ha evidenziato che la perdita del grande piroscafo nel proprio mare fece così vivere di colpo la guerra sulla propria pelle anche alla società civile. Il dolore e le sofferenze, transitarono lungo la via Principe Umberto sui cassoni dei camion diretti a Terravecchia carichi di superstiti, visti da tutti in quel momento dai balconcini e sui marciapiedi affollati soltanto con gli occhi della pietà cristiana che ammanta la gente semplice: i superstiti del “Conte Rosso” per la gente non furono soltanto soldati ma fratelli infreddoliti, con lo sguardo sperduto, anneriti dalla nafta e bisognosi di tutto.
Come confermato anche da alcuni dei presenti alla conferenza, testimoni in tenera età all’epoca dei fatti esposti, volò il pane della povera gente su quei camion; gli augustani di settantacinque anni fa che già non avevano per loro, spartirono quel che potettero con quei ragazzi venuti naufraghi dal mare scuro della notte, tanti i settentrionali, specie friulani, ma anche veneti, emiliani e di tante altre parti d’Italia. La Marina spalancò i suoi cancelli di Terravecchia e tanta gente offrì così quanto poteva, oltre a tanto ed impagabile conforto umano. Anche i funerali dei caduti il 26 maggio successivo furono un grande momento commovente di unità spontanea e sentita tra popolazione e militari, come non mai.
Ecco perché andava ricordato il 75° anniversario dell’affondamento del “Conto Rosso”. Per la storia, ma anche per il giusto orgoglio della città di Augusta. Per onorare la memoria di tanti ragazzi morti in mare e, parimenti, per ricordare l’orgoglioso slancio di solidarietà verso di loro degli augustani di allora.