Cultura

Augusta, “Le parole devono vivere” è la nuova opera letteraria del finanziere scrittore Seguenzia

AUGUSTA – Nuova opera letteraria del finanziere scrittore augustano Salvatore Seguenzia, da oltre trent’anni ispettore della Guardia di finanza. Da un paio d’anni la sua terra natia, posta al centro del Mediterraneo e vicina all’Etna, è diventata fonte ispiratrice della sua lirica nonché della sua narrativa.

Un’ispirazione apprezzata dalla casa editrice “Aletti editore”, la quale gli ha permesso di pubblicare la terza opera letteraria. Seguenzia da quasi dieci anni ha sposato la poesia e la scrittura. Come affermato nelle occasioni pubbliche, per lui le fondamenta del narrare coincidono con la custodia delle radici, il senso di appartenenza a un territorio, la memoria storica dialettale. Ogni mattina prima di recarsi al lavoro nell’isola di Augusta, fa un tragitto che lo porta a contatto con l’amato mare e, come si conviene con un amico, gli dedica un “buongiorno”.

La nuova opera letteraria, dal titolo Le parole devono vivere, altro non è che “una “fantasia nella fantasia” dove l’attenzione è rivolta nel ricordare tutti coloro che, in quel frangente della loro vita, il ricordo rimarrà indelebile, purtroppo, nei loro cuori: la Shoah“, si legge nel comunicato di lancio della casa editrice.

Il fulcro di questa “fantasia” narrativa è un diario ritrovato, appartenente a un eroe. Leggendolo, lo scrittore cerca di interpretare, quindi di far “vivere” in modo diretto e soggettivo, le “parole” di tutti i personaggi di quel diario, testimoni di una delle più tragiche pagine della storia dell’uomo, in cui si arrivò a negare il diritto alla vita.

Ancora, dopo tanti anni, si sente origliare… perché? – prosegue il comunicato – Con questa “fantasia” lo scrittore Seguenzia ha cercato di provare ad immaginare che, in quel periodo tragicamente storico, anche chi faceva parte di quelle squadre della morte, all’interno di quelle aree maledette, aveva un’anima nonché una coscienza e che il suo compito, purtroppo, era solo quello di eseguire gli ordini. Ha provato ad immaginare, infatti, che taluni di essi riuscivano a capire il significato dei termini vita, amore, uguaglianza, aiuto e sacrificio tanto da servire, chi sovraordinava i loro compiti, con una doppia personalità ossia da un lato soldato e dall’altro essere umano“.

Non si permette di condannare – si legge ancora nella nota della casa editrice – ma, alla stregua, neanche vuole riconoscere il comportamento di quei soldati posti alle dipendenze perché ha pensato che loro erano obbligati a rispettare i cosiddetti ordini militari e, quindi, non avevano altra scelta se non obbedire: il giudizio del loro comportamento non spetta a noi ma è spettato e continuerà a spettare a Dio“.

È lo stesso Seguenzia ad affermare che “il 27 gennaio (Giorno della memoria della Shoah, ndr), il 10 febbraio (Giorno del ricordo delle foibe e degli esuli, ndr) e il 24 marzo (Giornata dei missionari martiri, ndr) non devono essere ricordati, da tutti, come la commemorazione del Giorno della Memoria o del Ricordo, ma ogni giorno dell’anno deve avere come riferimento quelle date, affinché ogni momento della vita sia il punto di partenza con cui ognuno di noi ha la forza di reagire e porre in essere comportamenti ed azioni tali da sconfiggere queste supreme menti, per dimostrare che l’essere umano è unico e, nella sua unicità, deve apprezzare e godere del fatto che l’esistere è un dato di fatto, mentre il vivere è un dato di diritto se non un’arte“.

Nella produzione letteraria di Salvatore Seguenzia, si ricordano in particolare la pubblicazione d’esordio Mègar… imando Hyblaea (2020), raccolta poetica e omaggio all’antica colonia greca situata nei pressi d’Augusta, Megara Hyblaea appunto, e il racconto Io rivivo dal buio (2021), ambientato in un fantomatico paesino nella Sicilia degli anni ’50. Entrambe le opere sono state presentate in rispettivi eventi a palazzo di città.


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