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Omicidio Meredith, l’avvocato della famiglia Kercher ad Augusta per il suo libro: “Giustizia perfetta?”

AUGUSTA – Processo Meredith: giustizia perfetta? è il titolo del libro dell’avvocato Francesco Paolo Maresca, legale della famiglia Kercher, presentato lo scorso sabato nel salone del Circolo Unione di Augusta. Un dialogo con l’autore, introdotto dalla presidente del Circolo Gaetana Bruno, attraverso alcune domande rivoltegli dall’augustana Adriana Ricca, editor del libro.

L’autore racconta dal punto di vista personale e legale il lungo processo legato alla morte della giovane studentessa Meredith Kercher, trovata brutalmente assassinata l’1 novembre del 2007 nella casa dove alloggiava in via Pergola 7 a Perugia. L’avvocato nel libro ripercorre gli otto anni delle vicende giudiziarie connesse al delitto di Perugia. Un contorta vicenda giudiziaria, dall’eco internazionale, che ha visto tre imputati, un solo colpevole: Rudy Guede, che opta subito per il rito abbreviato e viene condannato definitivamente a 16 anni di reclusione per aver commesso il delitto in concorso con altre persone.

Mentre per gli altri due accusati, Amanda Knox e Raffaele Sollecito, le cose vanno diversamente e non senza colpi di scena. Prima la sentenza di condanna, rispettivamente a 26 e 25 anni di reclusione, ricevuta insieme a Guede, emessa nel primo grado di giudizio dalla Corte d’assise di Perugia, poi assolti in secondo grado dalla Corte d’assise d’appello di Perugia (con la condanna a tre anni e mezzo della Knox soltanto per calunnia di Lumumba, da lei accusato dell’omicidio). Quindi la Cassazione annulla la sentenza assolutoria con rinvio a diversa Corte d’assise d’appello. Ma nel nuovo processo dinanzi alla Corte d’appello di Firenze, Knox e Sollecito vengono nuovamente riconosciuti colpevoli con la condanna rispettivamente a 28 anni e 6 mesi e a 25 anni di reclusione. Infine la nuova e definitiva sentenza di annullamento della condanna emessa dalla Cassazione, il 27 marzo del 2015, con la quale Knox e Sollecito vengono definitivamente assolti, per la mancanza di prove certe e i numerosi vizi delle indagini, dalla accusa dell’omicidio di Meredith Kercher. “Un processo, quindi, in cui 60 giudici italiani li hanno dichiarati colpevoli”, ha voluto sottolineare l’avvocato Maresca, autore del libro e legale della famiglia Kercher.

Poi cosa è cambiato per gli altri giudici? Questo e altri interrogativi emergono dai racconti forniti da Maresca. In particolare afferma: “Di fronte alla assoluzione definitiva dei due principali imputati questo processo lascia tre questioni irrisolte”. La prima relativa alla condanna (tre anni e mezzo) per Amanda Knox per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba: rimarrebbero oscuri i motivi per cui la Knox abbia calunniato il Lumumba, accusandolo in prima istanza dell’omicidio. Inoltre, incalza Maresca, “tutte le sentenze parlano di più soggetti presenti nella scena del crimine ma l’unico colpevole è stato dichiarato Guede. Resta senza risposta la domanda: chi erano gli altri?“, aggiungendo un ultimo interrogativo in merito al memoriale che la Knox scrisse alcuni giorni dopo l’interrogatorio. Secondo Maresca, la Knox in quel documento redatto “in solitudine, dunque senza nessuna pressione esterna”, si collocherebbe nella scena del crimine e fornirebbe altri particolari. “Nonostante questi elementi la Corte di Cassazione li assolve in maniera definitiva”, ha concluso l’avvocato rappresentando anche lo sconforto della famiglia Kercher.

Infatti Maresca usa espressioni forti e nette per descrivere le parti a latere di un processo divenuto di rilievo internazionale: “Da un lato la famiglia Kercher molto discreta, con un low profile, dall’altro i “clan” con appoggi politici e finanziari molto forti”. In definitiva, secondo Maresca, “una nebbia di elementi surreali ha caratterizzato questo processo“, un processo delle perizie scientifiche ma anche un processo mediatico dove, secondo il legale, alla fine c’è stata “una sentenza già scritta” anche per le presunte pressioni di “soggetti politici americani, come Hillary Clinton, che hanno avuto una certa influenza”.


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