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Augusta, antenne 5G e i rischi per la salute, l’ambientalista Solarino chiede al sindaco di vietarle

AUGUSTA – Sulle antenne 5G, già in fase di sperimentazione pre-commerciale nel territorio nazionale, gli appelli di associazioni ambientaliste alle istituzioni locali seguono il dibattito, assai più complesso, del mondo scientifico, che non fornirebbe ancora rassicurazioni unanimi sull’assenza di rischi per la salute umana. In provincia alcuni sindaci, vedi a Siracusa, Noto, Rosolini e Palazzolo Acreide, hanno recentemente emanato ordinanze contingibili e urgenti (richiamandosi al principio di precauzione sancito dall’Unione europea) per vietare o sospendere per alcuni mesi l’installazione e la sperimentazione nel territorio comunale della nuovissima rete mobile 5G.

Così il professore Luigi Solarino, ambientalista di lungo corso e presidente dell’associazione “Decontaminazione Sicilia“, scrive una articolata lettera aperta al sindaco Cettina Di Pietro, che pubblichiamo integralmente qui di seguito. In sostanza, chiede al primo cittadino di conoscere la posizione dell’amministrazione pentastellata rispetto alle antenne 5G, se ne siano previste nel territorio comunale, e quindi di adottare il medesimo provvedimento di circa trecento sindaci vietandone l’installazione.

Egregio Sig. Sindaco, l’Associazione Decontaminazione Sicilia manifesta la propria preoccupazione, condivisa da innumerevoli cittadini ed Associazioni ambientaliste regionali, nazionali e internazionali, per i possibili danni che potrebbe arrecare alla salute umana la rete 5G. Sulla pericolosità di detta tecnologia si sono pronunciati scienziati di fama internazionale preoccupati del fatto che le onde radio 5G possano risultare dannose per l’organismo umano, alterandone l’equilibrio cellulare.

A tal proposito si segnalano, i recenti studi del National Toxicology Program, rivista scientifica inglese di ambito medico, tra le prime 5 al mondo, e dell’Istituto Ramazzini, che evidenziano un aumentato rischio sia per i tumori alla testa sia per i neurinomi. Tali risultati, basati sulla sperimentazione animale in entrambe le sponde dell’Atlantico, insieme agli ultimi studi epidemiologici sugli utilizzatori di cellulari dell’oncologo Lennart Hardell, fanno concludere agli studiosi che è tempo di aggiornare la classificazione IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro). Al momento, infatti, l’IARC classifica la radiofrequenza come “Possibile Cancerogeno per l’Uomo”, perché si basava solo su risultati epidemiologici ma non su studi in vivo, che oggi fanno propendere per la classificazione a “Probabile cancerogeno” di Classe 1A o, come suggerito da Hardell, “Cancerogeno Certo” di Classe 1.

Fiorella Belpoggi, ricercatrice dell’Istituto Ramazzini, a capo del più grosso studio al mondo sugli effetti nocivi delle radiazioni da antenne di telefonia mobile, ha evidenziato l’impatto dell’esposizione umana ai livelli di radiazioni a radiofrequenza (RFR) prodotti da ripetitori e trasmettitori per la telefonia mobile. Il problema centrale emerso è che gli standard di sicurezza internazionali promossi dall’OMS, su indicazione di una Associazione privata l’ICNIRP, fanno riferimento ai cosiddetti “effetti termici”, cioè al riscaldamento indotto sul materiale biologico dall’esposizione alle radiofrequenze, mentre esistono migliaia di evidenze scientifiche sugli “effetti non termici”, che avvengono per valori di esposizione nettamente inferiori a quelli italiani. Inoltre la Belpoggi sul 5G ultimamente ha dichiarato: “Prima di irrorarci tutti, installando antenne ogni 100 metri, così servono, e 20.000 satelliti in orbita (quelli previsti) facciamo studi indipendenti e adeguati poiché le onde millimetriche tipiche del 5G sono ancora poco studiate e ci preoccupano molto”. Detti effetti biologici non termici comprendono, ad esempio, l’apertura della barriera ematoencefalica (con un aumento del rischio di malattie neurodegenerative), infertilità, disturbi neuro-comportamentali, danni al feto, aumento dello stress ossidativo, aumento di danni al DNA, senza escludere quelli più gravi di natura oncologica quali i tumori delle cellule nervose.

Gli attuali limiti di legge italiani, quindi, non sono sufficienti a tutelare la salute pubblica. Già nel febbraio 2015 oltre un centinaio di scienziati italiani (medici, fisici, biologi e ricercatori), assieme ad altre 50 Associazioni e Comitati italiani, hanno chiesto al Governo di “Abbassare significativamente i limiti di legge per le emissioni elettromagnetiche”. Stando a tali constatazioni i valori limite di campo andrebbero drasticamente ridotti (non certo aumentati): un primo semplice passo, che il Governo potrebbe intraprendere in questa direzione è quello di cancellare immediatamente l’articolo 14 del Decreto Sviluppo “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese” (DL n° 179 del 18/10/2012 pubblicato sulla G.U. del 19/10/2012), che impone una misurazione dei campi elettromagnetici su una media di 24 ore (valore arbitrario), anziché su 6 minuti (valore basato su motivazioni biologiche). Ricordiamo che per tutelare appieno la salute pubblica, si rende indispensabile attuare quanto indicato dalla Raccomandazione 1815 dell’Assemblea Plenaria del Consiglio d’Europa del 2011, volta ad un abbassamento dei limiti di legge a 0,6 V/m nell’immediato e a 0,2 V/m sul lungo termine.

È risaputo quindi che i campi magnetici creatisi con le attuali reti di telefonia mobile 2, 3 e 4G possono causare danni alla salute umana. L’aumento di intensità di radiazioni della rete 5G potrebbe avere conseguenze serie sulla popolazione. Pertanto sarebbe opportuno che venissero fatti ulteriori sperimentazioni sugli effetti che derivano da questa nuova tecnologia in attesa di una affermazione incontrovertibile. A tal proposito risulta indispensabile bloccare ogni sperimentazione del 5G come, fra l’altro, richiesto anche da oltre 170 scienziati indipendenti nell’appello di pochi mesi fa: “Prima di prevedere l’utilizzo commerciale delle frequenze adoperate dal 5G è necessario attendere che vengano pubblicati studi indipendenti, cioè non finanziati dall’industria in palese conflitto d’interesse, attraverso sistemi diretti o indiretti di mascheramento, sugli effetti biologici (studi su animali, piante, studi biomolecolari e sui meccanismi d’azione), derivanti da tale esposizione, attivando quindi, “Nell’interesse della salute individuale e pubblica e in applicazione del principio di “precauzione” adeguate misure, al fine di “escludere la pericolosità della tecnologia specifica anche a basse concentrazioni in alcuni soggetti”. La Svizzera e la Slovenia hanno deciso recentemente di sospendere l’uso delle antenne 5G, fino a che non saranno chiariti i dubbi riguardo al loro impatto sulla salute. Stessa cosa dicasi per il Belgio, dove il sindaco della capitale Bruxelles ha vietato le antenne 5G in città. In Italia lo sviluppo sperimentale della rete 5G, sovente, sta avvenendo in modo quasi clandestino. Si sta registrando un aumento di Comuni italiani che hanno disposto, con delle ordinanze, lo stop alla rete 5G.

Infatti sono già circa 300 i sindaci che si sono espressi per una immediata sospensione di tutte le attività inerenti la sperimentazione e l’attivazione della rete 5G nel proprio territorio comunale appellandosi alla loro funzione di massimi responsabili della tutela della salute dei concittadini. Nella provincia di Siracusa, i Comuni di Palazzolo Acreide, Rosolini e Noto si sono già pronunciati contro la rete 5G. Nei giorni scorsi, il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha disposto la sospensione dell’installazione di antenne per il 5G nel territorio comunale, per tutto il periodo dell’emergenza Coronavirus, ed ha chiesto agli uffici tecnici delle verifiche relative. Per tutto quanto esposto, risulta senza dubbio necessaria una moratoria per l’implementazione del 5G su tutto il territorio locale e nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli Enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario (Ministero Ambiente, Ministero Salute, ISPRA, ARPA, Dipartimenti di Prevenzione), non siano messe in atto valutazioni preliminari di rischio secondo metodologie codificate e un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari sugli esposti, che dovrebbero in ogni caso essere opportunamente e preventivamente informati dei potenziali rischi.

Alla luce di quanto esposto l’Associazione Decontaminazione Sicilia gradirebbe sapere quale sia la Sua posizione e quella di tutta l’Amministrazione comunale sulla rete 5G e di comunicarla alla cittadinanza. Gradirebbe sapere anche se siano in corso o, se in futuro, sia prevista l’installazione nel territorio comunale di antenne 5G. La città di Augusta ed i suoi abitanti patiscono già gravi conseguenze per l’inquinamento ambientale che non è trascurabile. Facciamo sì che ai pericoli per la salute, già presenti nel nostro martoriato territorio, non se ne aggiungano altri, quale sono i campi magnetici collegati alle nuove tecnologie. Per tutte queste ragioni Decontaminazione Sicilia La invita ad emettere una ordinanza contingibile e urgente, a tutela della salute dei cittadini di Augusta, che vieti l’installazione di qualsivoglia manufatto inerente l’attivazione della rete 5G in tutto il territorio comunale. In attesa di Suo gradito riscontro Le porgo cordiali saluti“.

(Foto di copertina: generica)


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