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Port authority, “Europa e Governo hanno già individuato la sede”

Veduta del porto commerciale di Augusta

Vincenzo Vinciullo deputato regionale Ncd all'ArsAUGUSTA – Ciò che probabilmente mancava, per orientarsi tra le indiscrezioni e le preoccupazioni relative alla scelta della sede dell’unica Autorità portuale prevista per la Sicilia orientale, era un chiarimento sulla cornice normativa delle istituzioni comunitarie e nazionali. Prova a fornirlo il presidente della commissione Bilancio e Programmazione all’Ars, on. Vincenzo Vinciullo, nonché dirigente nazionale del Ncd, partito dell’ex ministro Lupi a cui si deve l’avvio della riforma di riordino delle autorità portuali.

Vinciullo sostiene che lo “scippo” ai danni di Augusta non potrebbe verificarsi, dal momento che la Comunità europea, l’ottava Commissione alla Camera, la nona Commissione al Senato e il Governo nazionale si sarebbero già espressi sul fatto che Augusta deve essere la sede dell’Autorità Portuale. Dichiara senza mezzi termini: “Le leggi, sia chiaro, vanno osservate da tutti, anche dai ministri, e nessuno può sottrarsi alla volontà del Parlamento che legifera anche rispetto all’attività del Governo, che tuttavia ha già riconosciuto che Augusta è la sede della Port authority per la Sicilia orientale“.

Sul Consiglio dei ministri: “Nell’approvare il disegno di legge sul Piano nazionale strategico dei Porti e della Logistica, è ritornato all’ipotesi formulata dal ministro Lupi e cioè quella che in Sicilia avessimo due Port authority, una per la Sicilia occidentale e una per la Sicilia orientale“.

Il parlamentare del Ncd aggiunge che, anche a fronte di un personale pressing politico sull’ex ministro Lupi durante e dopo il suo mandato ministeriale, oggi “il Governo nazionale è ritornato sul progetto Lupi, ha già programmato due Port authority per la Sicilia e Augusta sarà capofila di questo bacino, com’è giusto che sia, avendola la Comunità europea individuata come porto core network (cioè la “spina dorsale” strategica dello sviluppo di una rete di trasporto multimodale sostenibile, ndr) nel Mediterraneo“.

Sulle Commissioni competenti di Camera e Senato, Vinciullo cita il principio individuato in fase di approvazione del Piano strategico nazionale della Portualità e della Logistica secondo il quale “appare opportuno cercare di garantire, per quanto possibile, una stretta corrispondenza tra la rete dei porti sedi delle nuove “Autorità di sistema portuale” e quella dei porti core individuati dal Regolamento comunitario n. 1315/2013″.

Vinciullo ricorda che tra i porti ritenuti strategici per l’Italia figurerebbe Augusta e non Catania, né Messina, perché dal novembre 2015 farà parte integrante di uno dei quattro corridoi merci ferroviari, e nello specifico del Rfc 3 che coprirebbe da Stoccolma ad Augusta e Palermo. Inoltre, a supporto della tesi della scelta già operata, evidenzia che, nel piano triennale di investimenti portuali 2015-2017, i 348 milioni di euro previsti per Augusta sarebbero inferiori solo agli investimenti previsti per Civitavecchia e Napoli.

Il parlamentare regionale conclude: “Quindi di che cosa stiamo parlando? La Camera si è già espressa, il Senato si è già espresso, anche il Consiglio dei ministri e la Comunità europea si sono già espressi: Augusta è la sede della Port authority, almeno che qualcuno non voglia violare la legge“.

Infine, sulla presenza di un centro per accogliere i migranti all’interno del porto, il cosiddetto hotspot, ribadisce la proposta di una sede alternativa che abbiamo già riportato, aggiungendo l’elemento di novità di un sopralluogo effettuato lo scorso 26 settembre “insieme ad autorevoli esponenti del Ministero degli Interni e del Ministero delle Infrastrutture, per verificare se un pontile nelle vicinanze della cementeria di Augusta può rappresentare la soluzione ottimale per poter dare accoglienza a migliaia di persone che fuggono dalla guerra per trovare la pace“.


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