Tradizioni, la “cona” e le nenie natalizie


AUGUSTA – Prima che gli alberi luccicanti addobbassero le case dei siciliani, l’elemento decorativo per eccellenza del periodo natalizio era la “cona“.
Si trattava generalmente di una raffigurazione o di un gruppo di statuine rappresentanti la sacra famiglia, San Giuseppe padre o la Madonna con il bambino Gesù. Già all’inizio della novena di Natale la cona veniva riccamente addobbata (“cunzata“) con arance, mandarini, rametti di bianco spino, qualche fiocco di cotone e vari dolciumi, solitamente “sottratti” di nascosto dai piccoli di casa. Quando questi ultimi esageravano, era allora che i grandi rimproveravano: “Ti manciasti na cona!”.
Elemento caratteristico del festoso periodo era la presenza degli zampognari che intonavano le nenie natalizie, dove la cona era allestita. Ad assistere al felice evento erano solitamente le famiglie riunite in casa, nei cortili o nelle piazze dove si accendevano nove candele, una per ogni giorno della novena di Natale. Al termine dell’esecuzione dello zampognaro e dei canti caratteristici, si offriva al musicista un buon bicchiere di vino e un’offerta in denaro.
Anche Verga descrive questo rito ne I Malavoglia, dove si legge: “Come s’avvicinava la novena di Natale, i Malavoglia non facevano altro che andare e venire dal cortile di mastro Turi Zuppiddu. Intanto il paese intero si metteva in festa; in ogni casa si ornavano di frasche e d’arance le immagini dei santi, e i fanciulli si affollavano dietro la cornamusa che andava a suonare davanti alle cappellette colla luminaria, accanto agli usci”.
Erano momenti di genuina aggregazione, in cui la semplicità e i valori di unità e speranza caratterizzavano il tempo di avvento vissuto dai nostri antenati.
(Nella foto in evidenza: “cona” natalizia augustana)