Politica

Augusta porto degli sbarchi, Possibile: contrari a hotspot, aprire centri Sprar

AUGUSTA – Anche i civatiani augustani si uniscono al coro di “no” contro l’istituzione di un hotspot per l’immigrazione, o Cpsa (Centro di primo soccorso e accoglienza), ad Augusta, specificando che la motivazione è dovuta alla contrarietà alla soluzione emersa nei giorni scorsi che ricalcherebbe, in via provvisoria, la tendopoli all’interno del porto commerciale, soluzione “inadeguata e destabilizzante, per gli stessi migranti” come “questo tipo di accoglienza emergenziale e “militarizzata”“.

Nella nota del comitato Augusta Possibile “7 marzo – Enrico Berlinguer”, di cui è portavoce cittadino Salvatore Santaera, si precisa di essere “favorevoli all’integrazione dei fratelli sopravvissuti alle intemperie del mare e alle torture subite nei paesi africani” ma di reputare l’attuale attendamento “inadatto alle esigenze dei migranti per diversi motivi, uno dei quali l’ambiente poco salubre“, dal momento che “le operazioni di sbarco e soccorso avvengono, a pochi metri, in linea d’aria, da un impianto di incenerimento di rifiuti speciali” e che “i migranti sono costretti a dover restare per giorni all’interno della tendopoli anche durante la calura estiva“.

In merito all’ubicazione dell’hotspot, o Cpsa, questo è l’auspicio di Possibile: “Siamo consci che bisogna trovare un punto di sbarco ma deve essere un luogo degno, adeguato e davvero accogliente, soprattutto per i minori non accompagnati. Auspichiamo che il Prefetto e tutte le altre autorità competenti trovino un altro luogo in cui effettuare le operazioni di primo soccorso e accoglienza immediata“.

Si polemizza con l’Amministrazione pentastellata: “Il sindaco Di Pietro ed il M5s locale plaude questa scelta “calata dall’alto” definendola un grande successo, però bisogna ricordare che furono i primi nel 2015 a dirsi contrari ad un hotspot nel territorio di Augusta, proponendo anche una petizione indirizzata al ministero dell’Interno“.

Quindi i civatiani augustani propongono la propria ricetta sull’immigrazione, basata sull’apertura di centri della rete Sprar: “Siamo sostenitori di un’accoglienza diffusa, tramite gli affidi familiari e la creazione dei centri Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo) in tutto il territorio del Paese. Gli Sprar vengono gestiti dagli enti locali e si ha una rendicontazione puntuale delle spese sostenute, percorsi di inclusione sociale a beneficio dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Con Possibile, a livello nazionale, ci proponiamo di rendere obbligatoria l’adesione degli enti locali allo Sprar, così da promuovere un’accoglienza fatta bene e che impatta positivamente sulle comunità locali, superando la gestione emergenziale e la gestione nei grandi centri. Dobbiamo passare a un sistema organizzato ed efficiente“.


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