Augusta, ricordato l’affondamento del sommergibile Ascianghi


AUGUSTA – L’affondamento del sommergibile Ascianghi, undici miglia al largo per levante della penisola Magnisi, settantasette anni fa, al termine di un coraggioso attacco portato dal battello italiano ad una formazione di navi inglesi in uscita da Augusta, già caduta da oltre dieci giorni in mano del nemico. Un’altra pagina di storia palpitante tra le vicende del luglio 1943 ad Augusta, consumatesi nel territorio della sua Piazzaforte e nel mare antistante quella che era stata sino ad allora tra le più temute piazzeforti del Mediterraneo.
Il sacrificio dell’Ascianghi e di gran parte del suo equipaggio è stato ricordato nel tardo pomeriggio di venerdì scorso presso il monumento ai Caduti del mare posto al Rivellino, presso i ponti spagnoli, con un momento di raccoglimento culminato con la deposizione di un serto floreale a cura dell’associazione storico-culturale “Lamba Doria”. Per il sodalizio organizzatore hanno presenziato il tenente colonnello Corrado Di Bartolo, referente regionale, Alberto Moscuzza, presidente dell’associazione di Siracusa, Francesco Paci, referente per Augusta, assieme ad alcuni soci. Ha presenziato il contrammiraglio Andrea Cottini, comandante Marittimo Sicilia.
Tra gli intervenuti, il direttore del Museo della Piazzaforte e consigliere dello Stato Maggiore Marina militare, Antonello Forestiere, e il presidente del Rotary club Augusta, Ernesto Cannella. Presente anche Ciro Artoni, figlio della Medaglia d’argento al valor militare, Cesare Artoni.
Il referente per Augusta, Francesco Paci ha tracciato in breve la vicenda storica dell’Ascianghi. Il sommergibile Ascianghi era in agguato da tre giorni davanti le coste di Augusta al comando del giovane sottotenente di vascello Mario Fiorini. In zona operavano inoltre pure due sommergibili tedeschi l’U-81 ed U-407. Augusta era oramai Base permanente della “Forza Z” britannica che vi avvicendava le proprie unità provenienti da Malta. Alle ore 13.33 cinque unità uscirono dirette a Malta e poco dopo un siluro colpì a poppavia una di queste unità, l’incrociatore Newfoundland, che però sarebbe riuscito a raggiungere Malta. Il siluramento di questo incrociatore per molto tempo venne erroneamente attribuito all’Ascianghi: fu invece il tedesco U 407 a mettere a segno il colpo sulla nave inglese, riuscendo poi a disimpegnarsi e a fare perdere le proprie tracce. L’Ascianghi, in agguato poco distante sotto costa, avvistò verso le ore 15.00 sei cacciatorpediniere: lanciò due siluri contro l’unità di testa ma senza però colpirla. Le scie lasciate dai siluri rivelarono la posizione del sommergibile, sul quale dalle 15.50 si scatenò la caccia delle unità di superficie. Inquadrato dalle bombe di profondità, danneggiato e in via di allagamento, il sommergibile sprofondò dapprima oltre la quota di sicurezza. Per evitare di essere distrutto dalla pressione il battello, fu quindi costretto ad emergere alle 16.15. I cacciatorpediniere Laforey ed Eclipse spazzarono con il fuoco delle armi leggere la coperta del sommergibile, che era emerso fortemente appoppato. Dell’equipaggio ventisette uomini riuscirono a salvarsi mentre altri 23 persero la vita. Poco dopo l’Ascianghi affondò di poppa a circa 11 miglia al traverso di Magnisi. L’equipaggio, fatto prigioniero sull’Eclipse, venne trattato con grande rispetto.
La cerimonia di commemorazione è proseguita con l’intervento di Antonello Forestiere, che ha evidenziato come anche la coraggiosa azione dell’Ascianghi e del suo giovane equipaggio, al pari di altri episodi avvenuti durante le fasi dell’invasione nel luglio 1943, ribadisce la meritoria condotta di tanti militari italiani che fecero il loro dovere, in silenzio e spesso non sempre ricordati, contro un nemico preponderante ed in un momento in cui le forze materiali e spirituali erano già messe a dura prova dall’evoluzione della guerra in favore del nemico.
L’omaggio floreale è stato posto sul monumento da Alberto Moscuzza e Ombretta Tringali; la preghiera del Marinaio è stata letta dalla giovane Benedetta Di Bartolo. Il raccoglimento dei presenti dinanzi al Monumento del sommergibile Scirè, altro famoso battello Medaglia d’oro al valore militare, simbolo di tutti i sommergibilisti e dei Caduti del mare, di recente restaurato ad iniziativa di Marisicilia, ha concluso il breve momento di commemorazione.