Come difendersi dai terremoti: l’esperto parla agli studenti del “Ruiz”


AUGUSTA – Concetti come prevedibilità e prevenzione hanno trovato una spiegazione scientifica, finalizzata alla diffusione di un sapere più attento e razionale sui fenomeni geofisici e vulcanici. A parlarne nella mattinata di martedì, agli studenti delle quarte classi dell’Istituto di istruzione superiore “Arangio Ruiz”, diretto dalla dirigente scolastica Maria Concetta Castorina, è stato il geologo e vulcanologo augustano, primo ricercatore dell’Ingv sezione di Catania, Marco Neri.
Si è trattato di un’iniziativa promossa nell’ambito dei progetti rivolti alle scuole cittadine dall’associazione socio-culturale “Progettiamo insieme”, presieduta da Alessandro Scuderi, subito accolta dal “Ruiz”, e introdotta dalla docente dell’istituto scolastico Rosanna Bellistri, da Marco Bertoni, presidente della commissione di lavoro dell’associazione sulla protezione civile, e da Filippo Tringali, presidente della commissione di lavoro dell’associazione sull’ambiente.
Prima di cedere la parola all’esperto, Bertoni ha illustrato una premessa: “L’associazione “Progettiamo insieme” nasce nel nostro territorio e sta lavorando su tutti i campi di interesse per Augusta. Adesso ci preme informare sulla prevenzione del rischio sismico, proponendo un programma preciso in materia di protezione civile“.
Tringali, invece, ha presentato il relatore al pubblico di alunni e docenti presenti in sala, pronti ad ascoltare una lezione di scienze chiara e pragmatica, riassumendo le competenze acquisite dal vulcanologo anche nel settore della tettonica e attraverso rilievi diretti alle alte quote dell’Etna. Autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali, ricordiamo che, più di recente, collabora anche con La Gazzetta Siracusana.it, gestendo un blog divulgativo chiamato “Osservatorio Etna“.
Marco Neri ha scelto di parlare di terremoti ed eruzioni, due fenomeni naturali che periodicamente tornano d’attualità in occasioni purtroppo drammatiche. Infatti avverte: “Sono eventi naturali che colpiscono il nostro territorio. Volutamente sottolineo l’espressione “colpiscono”! In realtà questi fenomeni noi li viviamo quotidianamente, e per questo dobbiamo far in modo che non ci uccidano”.
Parlando di geodinamica attiva, descrivendo le caratteristiche fisiche del vulcano siciliano e delle relazioni che intercorrono tra il fianco orientale dell’Etna che scivola verso il mare, al pari di una frana, e le sue eruzioni, delucida così sulla formazione dei terremoti. Inevitabili i riferimenti ai disastri recenti ad Amatrice e nel Centro Italia e alla situazione geologica giapponese, per proporre un confronto con quella catanese, siracusana e della stessa città di Augusta, ritenuta ad alto rischio sismico.
Tutto risiede nello scontro tra la placca africana e quella europea, che subducendo, ovvero scivolando l’una sotto l’altra, genera continue fratture, evidenti proprio sull’Etna, in alta quota con la formazione di nuovi crateri, attualmente quattro, a formare una corona superficiale, insieme alle bocche laterali e a quelle eccentriche, quest’ultime parallele al camino centrale, da cui fuoriesce la lava.
Neri prosegue nella spiegazione: “Il Mediterraneo non è solo un crocevia di popoli e merci ma anche di strutture tettoniche e in particolare una, la Scarpata ibleo-maltese che, come suggerisce il nome stesso, parte dagli Iblei per culminare a Malta, anche se in realtà continua sino all’Africa settentrionale, pur producendo in Italia i terremoti più forti”.
Attraverso l’ausilio di slide illustrative, chiarisce quindi il significato del termine “previsione”: “Una parola spesso abusata a sproposito. Noi geologi o vulcanologi o scienziati in generali non abbiamo una sfera di cristallo nella quale immaginare ciò che succederà, ma la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e, quindi, ci dà la possibilità di ipotizzare cosa potrebbe accadere nel nostro territorio”.
Nonostante gli studi siano efficaci, aggiunge, è comunque difficile prevedere i terremoti tettonici. Ciò che si potrebbe fare, quindi, è incentivare gli studi di microzonazione sismica per la conoscenza geologica e strutturale del territorio, al fine di costruire abitazioni più protettive e aumentare le possibilità di difesa. Neri segnala, come anche in suo recente articolo, che in provincia di Siracusa solo 8 Comuni su 21 sono dotati di studi di microzonazione sismica di primo livello, cioè quello meno approfondito, e che Augusta non figura neppure tra questi.
Auspicando anche da parte degli studenti una maggiore curiosità riguardo a tali fenomeni, ha concluso: “Il mio intento è di trasmettere una conoscenza, perché per me questa significa essere consapevoli e la consapevolezza alle volte aiuta a salvarsi la vita. I processi geologici sono così lenti che sembra che debbano sempre colpire gli altri e mai noi. Invece prima o poi capiterà che ne saremo protagonisti, perciò è bene essere informati su tutto e agevolare simulazioni per la prevenzione più adeguate e frequenti, già a partire dalle scuole“.
Alessandra Peluso