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Educazione alla legalità al “Corbino”, la testimonianza di Giovanna Raiti

AUGUSTA – Si è tenuto giovedì 26 maggio, nel salone del plesso Campolato del 2° Istituto comprensivo “Orso Mario Corbino”, l’ultimo incontro previsto per l’anno scolastico in corso nell’ambito del progetto di educazione alla legalità ed alla cittadinanza responsabile. Per l’occasione, i ragazzi dell’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado hanno incontrato Giovanna Raiti, esponente della sezione siracusana di “Libera“, la ong di associazioni contro le mafie attiva in Italia da oltre vent’anni.

Il progetto dell’istituto diretto dalla professoressa Maria Giovanna Sergi si è snodato durante tutto l’anno scolastico ed ha visto coinvolti alunni, docenti e genitori. Si ricordano i numerosi incontri con le Forze dell’ordine presenti sul territorio, con Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardia costiera, inoltre rappresentazioni teatrali sul tema della legalità (ad esempio, “Per questo mi chiamo Giovanni” rappresentato ad Avola o “Giorno dopo giorno” messo in scena all’interno della Casa circondariale di Brucoli), incontri con associazioni che quotidianamente si spendono per la legalità come “Nesea”, “Telefono arcobaleno” e “Libera”, concorsi come “Un casco vale una vita”, che ha visto premiati quattro alunni della scuola venerdì 27 a Siracusa.

Quindi, la testimonianza di Giovanna Raiti, sorella di Salvatore Raiti, il giovane carabiniere siracusano che nel 1982 perse la vita nell’attentato mafioso della circonvallazione di Palermo, molto toccante e che ha catturato l’attenzione ed il cuore dei ragazzi. Una testimonianza tuttavia resa per “muovere, non per commuovere”, un atto d’amore di chi ha vissuto sulla propria pelle la sofferenza di un affetto portato via dalla mafia, lo sprone a vivere da uomini giusti, con onore ed onestà, col coraggio di dire no quando serve e col diritto di vivere in Sicilia per i propri meriti, non per i favori di qualcuno.

All’esperienza raccontata dalla Raiti è seguito il contributo del sottotenente Giovanni Giallongo, presente insieme ad una delegazione dell’Associazione nazionale Carabinieri, che per un periodo della sua vita ha lavorato a stretto contatto col generale Carlo Alberto Dalla Chiesa.

Prima di accomiatarsi, Giovanna Raiti ha voluto lasciare un messaggio agli alunni, ma anche ai docenti presenti, una sorta di traccia per il percorso di formazione delle nuove generazioni: “Un atto d’amore dietro l’altro può aiutare a ricostruire una Sicilia consapevole e libera”.


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