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Il cimelio della discordia, Carrabino rammaricato: “Forse sarebbe stato meglio lasciarlo al Museo di Trapani”

AUGUSTA – Una vicenda che sta aprendo alcuni “paradossi” sulla gestione degli istituti culturali del Comune di Augusta. Si tratta di una trancia fustellatrice d’epoca, destinata al Museo civico di Augusta e mai ritirata dall’ente, in merito alla quale, dopo la questione sollevata da Giuseppe Carrabino (vedi articolo), che quasi cinque anni fa prese in carico il cimelio nella qualità di direttore pro tempore del Museo civico, si è registrata la replica del sindaco Cettina Di Pietro, che ha evidenziato presunte irregolarità negli anni scorsi (vedi articolo).

Riceviamo e pubblichiamo integralmente qui di seguito la controreplica di Giuseppe Carrabino, già direttore pro tempore del Museo civico e già presidente della Commissione comunale di Storia patria.

Deo gratias! Dopo una lunga e paziente attesa, finalmente mi viene riferito ufficialmente che il problema da me sollevato sin dal 7 febbraio 2013: non può essere ancora risolto. Tuttavia devo vivamente ringraziare il signor Sindaco perché dopo appena due anni risponde al mio invito dicendomi che ancora non si può far nulla!

Devo inoltre esprimere sincera gratitudine a S.E. il prefetto dott. Giuseppe Castaldo, perché è grazie al suo intervento se oggi ricevo una risposta, anche se sarò ancora costretto a custodire impropriamente un bene che appartiene comunque alla città.

Oggetto della questione è una ben nota trancia fustellatrice d’epoca, donata il 6 novembre 2012 al Museo civico di Augusta (istituito con delibera di Giunta municipale n. 919 del 31 ottobre 1970) dalla legatoria Giummo al tempo della mia sia pur breve direzione.

Rammento che il compito affidatomi dall’Amministrazione civica era quello di raccogliere, catalogare ed esporre le testimonianze identitarie della comunità locale. Tra questi vi era la trancia fustellatrice che altrimenti poteva finire al museo della stampa di Trapani e che fortunatamente si è riusciti a trattenere in Augusta. Non essendo all’epoca sgombrati i locali che la Giunta comunale aveva destinati al Museo ed identificati in quelli dell’ex biblioteca in piazza Castello, fu convenuto con i donatori la possibilità di custodire il cimelio all’interno di un magazzino privato concesso gratuitamente allo scopo. Venuto meno l’incarico di direttore del Museo fu mia premura sollecitare le istituzioni al ritiro del cimelio, dapprima verbalmente e successivamente, considerato che non ricevevo alcuna risposta, con lettere regolarmente protocollate al Comune di Augusta in data 7 febbraio 2013, 4 settembre 2013, 20 maggio 2014, 5 agosto 2015, 2 gennaio 2017 l’ultima delle quali in data 5 giugno 2017. Recentemente, non avendo mai ricevuto alcuna risposta, ho scritto anche a S.E. il prefetto dott. Giuseppe Castaldo invitandolo a sollecitare gli organi preposti alla celere soluzione del problema. Il Prefetto ha risposto il 7 luglio u.s. invitando il Sindaco ad intervenire. In data 28 agosto ricevo finalmente una risposta a firma del sindaco Cettina Di Pietro che di fatto non solo non accenna minimamente alla soluzione del problema, ma addirittura paventa l’irregolarità dell’accettazione del cimelio da parte mia.

Mi chiedo pertanto come mai si è atteso poco meno di un lustro da parte di tutti gli amministratori per fornirmi questa risposta. Perché il sindaco Di Pietro ha atteso due anni per dirmi praticamente che il cimelio non può essere ritirato. Quale sarebbe giuridicamente, secondo il Sindaco, la mia posizione nei confronti del “bene” che custodisco impropriamente? Il Sindaco scrive: che seppur con vivo e comprensibile rammarico, dato il valore storico del bene d’epoca, al momento, lo stesso, non può essere ritirato ad opera di codesta amministrazione, la quale intende sempre agire nel completo rispetto delle normative in essere”. Che significa “Al momento… non può essere ritirato”? Significa quindi che devo continuare a custodire impropriamente un bene che appartiene alla collettività? Con quali responsabilità? A che titolo e soprattutto venendo meno alle normative vigenti?

Alla luce di quanto sopra mi chiedo pertanto se risultano illegittime tutte le donazioni acquisite nel tempo dal mio predecessore alla direzione del Museo civico avv. Elio Salerno. Se sono illegittime tutte le donazioni acquisite per il Museo della Piazzaforte dall’indimenticabile ing. Tullio Marcon e dal suo successore avv. Antonello Forestiere. Personalmente non sono mai stati invitato a sottoscrivere alcun atto ufficiale per le donazioni al Museo della Piazzaforte di cimeli appartenenti a miei familiari.

Forse ho sbagliato a trattenere il cimelio in Augusta. Sarebbe stato meglio se lo lasciavo andare al Museo di Trapani. Mea culpa“.

(Foto in evidenza: repertorio)


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