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Sulidarte nelle terrazze di Brucoli, viaggio per racconto e immagini nella street art in Sicilia

AUGUSTA – Si è tenuto ieri, lunedì 28 agosto, il terzo incontro letterario estivo promosso dall’associazione culturale “Sulidarte” su una delle terrazze che si affacciano sulla baia di Brucoli.

In questa occasione, è stato presentato il libro Street art in Sicilia. Guida ai luoghi e alle opere, edito da Dario Flaccovio, attraverso un dialogo con due dei tre autori, il semiologo Marco Mondino e la sociologa Luisa Tuttolomondo (il terzo autore è Mauro Filippi), moderato dallo psicologo augustano Francesco Cannavà.

Elena La Ferla, presidente del sodalizio culturale augustano, ha introdotto gli ospiti, sottolineando ancora una volta l’obiettivo dell’associazione: promuovere la conoscenza del territorio augustano accostandosi alla sua storia, alla sua cultura ed alle sue genti.

È toccato quindi all’autore Marco Mondino spiegare l’idea della pubblicazione sulla “street art”, fenomeno approdato da diverso tempo anche nel Meridione e in Sicilia. Si tratta di una ricerca, con metodo quasi scientifico, per tracciare una “mappa” o “guida turistica”, atta ad offrire una prospettiva nuova ed inesplorata dell’arte nell’Isola. Il racconto di opere, artisti, creativi che danno linfa a un movimento, quello dell’arte urbana, che neppure due decenni fa si è discostato dal graffitismo, per evidenziare le “fratture urbane” nelle città derivanti dall’abbandono di alcuni centri storici, per fornire un modo originale di raccontare le storie di certi quartieri, depositari della cultura locale, “riattivando” l’anima dei residenti attraverso l’arte.

Tra gli artisti menzionati, alcuni dei nomi più noti del circuito a livello internazionale come Blu, insieme a C215, Collettivo FX, Julieta XLF, NemO’s, Vhils.

Sollecitati dalle domande, con approccio da psicologo, di Cannavà, e con l’ausilio della proiezione su una parete delle fotografie contenute nel libro, i due autori hanno esposto il loro studio sulle opere di street art realizzate nei quartieri popolari di Palermo, o a Messina o a Catania, non limitandosi alla descrizione degli interventi creativi di riqualificazione o rigenerazione urbana.

Mondino e Tuttolomondo si sono soffermati su qualche aneddoto che testimonierebbe, tuttavia, come tali opere possano registrare diverse reazioni, anche a seguito delle cosiddette cancellazioni e riscritture. Tra queste, la vicenda dello street artist comasco Ema Jones, che realizzò un “sole” su un muro del quartiere palermitano centrale e popolare del Borgo Vecchio, un sole diventato il simbolo della crescita socio-economica di quella zona. Diverso tempo dopo l’autore, non riconoscendosi più in quel disegno, lo ha cancellato disegnandovi sopra dei “burattini neri”, che però non furono apprezzati dai residenti, i quali, in forma di protesta, lo hanno scarabocchiato.

Quindi si sono approfondite le “doppie sfere” degli street artist che acquisiscono fama, tra l’assoluta libertà delle opere spontanee ed eventuali vincoli delle opere commissionate. Un movimento liquido, quello della street art, che ad oggi deve fare i conti con la propria capacità di trasformare luoghi abbandonati in mete turistiche, producendo di conseguenza ricchezza per gli autori delle opere e per i residenti delle aree che di queste fruiscono.


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