“Caso” Museo civico, tre consiglieri chiedono le dimissioni di Giusy Sirena. L’assessore replica
AUGUSTA – Hanno innescato un “caso” le parole dell’assessore alla cultura Giusy Sirena nel corso della seduta di consiglio comunale dello scorso 19 febbraio, in risposta all’interrogazione presentata a novembre da Marco Niciforo sul mancato ritiro della trancia fustellatrice d’epoca destinata al Museo civico. Il cimelio donato dalla legatoria Giummo, preso in consegna nel 2012 e custodito dall’allora presidente pro tempore del Museo, Giuseppe Carrabino, in assenza di una sede, dopo ripetute richieste e solleciti alle istituzioni competenti da parte di quest’ultimo, prefetto compreso, è stato ritirato dal Comune solo alcuni giorni fa (vedi articolo).
Secondo quanto esposto in aula dall’assessore Sirena, fino all’approvazione dei regolamenti delle istituzioni culturali comunali, Museo civico, Museo della Piazzaforte e Commissione comunale di storia patria, “nessuna di queste tre istituzioni era stata incardinata all’interno della struttura organizzativa del Comune di Augusta, quindi la gestione è stata fatta un po’ in maniera autonoma dai responsabili nominati dalle amministrazioni comunali che si sono succedute“. Poi in un passaggio contenuto nella risposta scritta fornita dall’assessore all’interrogazione del consigliere, che l’ha letta in aula, l’assessore Sirena ha sostenuto che fino all’approvazione del relativo regolamento avvenuta nel settembre 2016, la gestione del Museo civico “non risultava sottoposta a controllo e verifica da parte di alcun responsabile di settore, in violazione delle norme in materia di trasparenza e anticorruzione“.
Così, con una lettera aperta, l’allora presidente pro tempore del Museo civico oggi fondatore della “Società augustana di storia patria”, Giuseppe Carrabino, ringraziando il consigliere Niciforo, ha detto senza mezzi termini: “Ho trovato la risposta resa dall’assessore all’interrogazione consiliare priva di fondamento ma soprattutto farcita di imbarazzanti precisazioni che trovano puntuali smentite nelle numerose lettere e dichiarazioni regolarmente protocollate“.
Ha poi aggiunto: “Pensavo che era stata messa la parola fine ad una vicenda che mi stava a cuore, atteso che la responsabilità della custodia era rimasta esclusivamente in capo alla mia persona. Non posso fare altro, quindi, che ringraziare il consigliere Niciforo per essersi fatto promotore di un intervento ufficiale, atteso che in tutti questi anni, le mie numerose e reiterate lettere, regolarmente inoltrate tramite il protocollo generale del Comune o inviate a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, non sono mai state oggetto di risposta da parte dell’Ente. Nessun amministratore, né il Sindaco, né l’assessore competente, hanno ritenuto convocarmi per delucidazioni o qualsivoglia informazioni in merito“.
Carrabino ha precisato che la “mole di pubblicazioni (della Commissione comunale di storia patria, di cui è stato presidente, ndr), curate dalla Commissione con gratuità e senza alcun gettone di presenza, si trovano già da oltre un anno nella disponibilità dell’assessore Sirena“.
Quindi ha concluso, con amarezza: “Non ci aspettavamo dall’attuale amministrazione un semplice grazie per il lavoro svolto con gratuità e mero spirito di volontariato, atteso che abbiamo operato senza alcun contributo comunale ma solo ed esclusivamente con la generosità dei privati, ma non ci aspettavamo nemmeno simile ingratitudine. Ritengo che le motivazioni di tale atteggiamento nei confronti di “alcune” istituzioni culturali della città restino ancora nell’alveo degli insondabili misteri della nostra cara Augusta“.
Alla luce di questa lettera aperta, tre consiglieri comunali della minoranza, Giuseppe Di Mare, Angelo Pasqua e Biagio Tribulato, hanno espresso solidarietà a Carrabino e chiesto le dimissioni dell’assessore Giusy Sirena, “per comprovate incapacità“. “Lo avevamo già detto tempo fa, il nostro Comune non può essere amministrato “a tempo”, l’emblema è proprio l’Assessore alla Cultura, che si permette, anche, di fare delle affermazioni gravi ed imbarazzanti in Consiglio comunale. Ci dissociamo – affermano congiuntamente Di Mare, Pasqua e Tribulato – da questo modo di intendere le Istituzioni, che, piuttosto unire e mettere insieme chi si spende gratuitamente per la Città, continua solo a creare imbarazzanti ed insopportabili divisioni e disuguaglianze di trattamento“.
“Lanciare ombre sulla gestione economico-finanziaria di Istituzioni che sono andate avanti solo grazie al lavoro gratuito di chi Augusta effettivamente la vive ogni giorno – continuano i tre consiglieri –, è un gesto orrendo, a maggior ragione se compiuto da chi riveste il ruolo di Assessore alla Cultura del Comune; le vere ombre sono quelle di un Assessorato fantasma, “part-time”, che non ha prodotto niente di niente in due anni se non il disbrigo di affari correnti e rilascio di autorizzazioni dovute“.
La redazione ha raccolto la replica dell’assessore Giusy Sirena, che ha definito tale richiesta di dimissioni “una ripetitività inutile” ed ha aggiunto di non comprendere “quale potrebbe essere la motivazione alla base delle mie dimissioni“.
Conferma sostanzialmente la risposta già fornita per iscritto e in aula: “Per quanto riguarda quello che ho dichiarato in Consiglio, ho semplicemente risposto all’interrogazione del consigliere Niciforo spiegando quali erano i problemi che si erano presentati nel momento in cui ci siamo insediati. Ho semplicemente detto che, non essendo i musei incardinati all’interno della struttura organizzativa del Comune, questo violava le norme di anticorruzione e di trasparenza, senza accusare nessuno e insinuare nulla“.
L’assessore conclude: “C’era una mancanza che è stata colmata con i nuovi regolamenti, i musei adesso sono incardinati all’interno settimo settore e anche la gestione economico-finanziaria passa dal settimo settore. C’è stato evidentemente un fraintendimento di ciò che ho scritto nella risposta al consigliere e detto in consiglio comunale. Ripeto, non si è voluto assolutamente insinuare nulla sulla buona fede di chi ha gestito queste cose. Purtroppo siamo in periodo elettorale, per cui ogni scusa è buona per minare la buona fede anche di chi è all’amministrazione“.