Hotspot di Augusta “stoppato” dal ministero dell’Interno. Il sottosegretario Sibilia mostra il provvedimento in municipio
AUGUSTA – Vengono fermati i lavori di realizzazione dell’hotspot per migranti (classificato come Cpsa, Centro primo soccorso e accoglienza) nel porto commerciale di Augusta. La decisione è stata assunta del Ministero dell’Interno per “ragioni di pubblico interesse“, a seguito di una recente riunione istruttoria presso l’ufficio di gabinetto con le autorità locali, preso atto del “notevole decremento dei flussi migratori sulle coste italiane”.
Queste le motivazioni messe per iscritto nel provvedimento, indirizzato al prefetto di Siracusa, a firma del direttore centrale del Dipartimento ministeriale per le libertà civili e l’immigrazione, di sospensione sia dei lavori in corso che dell’esecuzione del contratto di appalto da circa 2,2 milioni di euro, “nelle more di approfondimenti e di ulteriori determinazioni“.
Il documento del 13 settembre è stato mostrato questa mattina, nel corso della conferenza stampa tenuta nel salone di rappresentanza del municipio, dal sottosegretario all’Interno, Carlo Sibilia, invitato dal sindaco Cettina Di Pietro a dare personalmente comunicazione dell’avvenuto stop all’hotspot.
Sibilia ha definito il provvedimento una “sospensione di buon senso“, un “esempio virtuoso di sinergia tra la comunità locale, l’Autorità portuale e anche l’unità d’intenti che c’è stata al Viminale per realizzare questa operazione“, sottolineando, da pentastellato, la coesione delle due forze politiche, M5s e Lega, al governo.
“È la possibilità della ripartenza del porto commerciale di Augusta: questo viene prima della notizia dello stop alla costruzione dell’hotspot“, ha detto in premessa. “Un’area di nove mila metri quadri in un porto commerciale era bloccata da queste struttura a mo’ di accampamento – ha aggiunto – questo è un danno economico e sociale che ha subito la cittadina di Augusta, perché immaginate il fatturato che quel porto non ha potuto recuperare, immaginate i posti di lavoro persi che ora, grazie a questo stop all’hotspot, potranno essere finalmente recuperati“.
A fronte della riduzione dell’80 per cento degli sbarchi, il sottosegretario ha detto: “Di questa struttura oggi ad Augusta non abbiamo più bisogno, stavamo rischiando, se non ci fosse stata la pronta sollecitazione del sindaco di Augusta, di buttare 2 milioni e 150 mila euro per dei moduli che probabilmente sarebbero rimasti chiusi, senza essere utilizzati“.
Sibilia ha annunciato che “questo bando non avrà più ad oggetto l’installazione di questi moduli nel porto commerciale“, che “verranno distribuiti sulle altre zone del territorio nazionale che hanno delle strutture fatiscenti, che hanno bisogno di una ristrutturazione“.
Mentre il sindaco Di Pietro ha affermato che “finalmente si cambia rotta“, ricordando anche come la tendopoli, allestita quattro anni fa sempre nel porto commerciale, fosse sorta su una banchina “ceduta soltanto con un accordo verbale di leale collaborazione per sei mesi, situazione che poi si è cristallizzata“. Secondo quanto reso noto dal primo cittadino, il presidente dell’Adsp Augusta-Catania, Andrea Annunziata, avrebbe recentemente richiesto la restituzione dell’area. “Deve essere esclusa la possibilità che il porto commerciale di Augusta venga utilizzato per le identificazioni“, ha precisato il sindaco Di Pietro chiudendo il porto anche alle ulteriori procedure legate agli sbarchi su altri litorali.
“Tutto il territorio, quando iniziarono gli sbarchi nel 2013, è stato assolutamente accogliente e aperto a questo fenomeno, e continuerà ad esserlo anche con le nuove politiche di governo“, ha chiosato il primo cittadino replicando indirettamente a recenti polemiche politiche.
È stata affrontata la questione della sede dell’Autorità di sistema portuale del mare di Sicilia orientale, con il decreto Delrio che la trasferiva temporaneamente a Catania oggetto di una sospensiva del Cga di Palermo, a seguito di un ricorso di Assoporto Augusta, a cui si erano associati i comuni interessati. “In questo momento giuridicamente la sede è già ad Augusta – ha precisato il sindaco Di Pietro – L’udienza sulla pronuncia nel merito è stata rinviata proprio per dar modo agli uffici legislativi del ministro (delle Infrastrutture e dei Trasporti, ndr) di verificare la vicenda sotto l’aspetto normativo“.
Di Pietro ha riferito che con il neo titolare del Mit, Danilo Toninelli, del M5s, si sarebbe concordato di evitare “atti d’imperio” ministeriali. “Abbiamo ritenuto che alla prossima udienza, nel mese di ottobre, l’Avvocatura dello Stato, che si era costituita per conto del Ministero delle Infrastrutture per resistere al nostro ricorso, non si costituirà, quindi di fatto – ha concluso – sarà la magistratura amministrativa a stabilire definitivamente che la sede è e deve rimanere Augusta“.