La Croce dei tre cannoni e l’edicola dell’Addolorata: segni di una identità
AUGUSTA – Ospitiamo l’intervento del presidente della Commissione comunale di Storia patria Giuseppe Carrabino, che ha già collaborato con La Gazzetta Augustana.it, per offrire ai nostri lettori un approfondimento storico sulla Croce dei tre cannoni e sull’edicola votiva dell’Addolorata, oggetto ieri mattina di un grave atto vandalico.
Per i più anziani il toponimo “a cruci tri cannuni” o più semplicemente “a cruci” identifica un luogo ben definito del centro storico di Augusta e in particolare l’incrocio a ponente della via Roma con via XIV Ottobre. “Croce” e “cannoni” sono elementi riscontrabili in alcuni atti notarili del XIX secolo a testimonianza dell’importanza che assumevano come riferimenti nella toponomastica locale. Ma come mai questa associazione?
La risposta al quesito ci viene offerta da numerosi atti notarili che abbiamo avuto la possibilità di consultare nel corso delle nostre indagini archivistiche. Un primo documento, relativo alle rendite appartenenti alla Chiesa Madre di Augusta, indica una partita di censi su alcune “casupole esistenti nella Crociera Calvario quartiere delli Colonni” e più propriamente nel “piano de’ quattro cannoni ove vi è la Croce”.
In maniera inequivocabile il barone Cesare Zuppello Santangelo nella sua opera mai pubblicata dal titolo “Descrizione dello stato della città di Augusta”, risalente al 1808, chiarisce l’origine del toponimo attribuendolo proprio al numero dei cannoni dislocati nei bastioni a protezione dell’abitato. Ben quattro cannoni nel bastione S. Domenico e tre poco distanti.
La Croce, cui fa riferimento il toponimo, oggi affissa sul cantonale della vecchia casa ubicata all’incrocio con via Roma, era un tempo posizionata su un basamento esistente sull’antistante bastione. Una “Croce” come tante altre disseminate sui muri di levante e ponente e anche all’ingresso della città. Tuttavia, le “Croci” che ancora ai nostri giorni delimitano la via Roma avevano un significato di grande rilevanza nel culto della passione praticato dagli augustani.
Ricordiamo che la via Roma, già via Chersoneso, era anticamente denominata “via del Calvario”, a ricordo del rituale della cosiddetta “scisa a cruci” che in piazza delle Grazie si compie nel pomeriggio del venerdì santo. Per Augusta e per gli augustani, quella piazza è il Calvario. La stessa via Roma è un percorso ritualizzato del venerdì santo in quanto la processione serale del Cristo si conclude transitando propria da questa strada che conduce al Calvario e quindi nell’attigua chiesa della Grazia dove si venera sin dal XVII secolo il simulacro del Cristo morto.
Quando sul finire del XIX secolo fu rimossa la “Croce” dal basamento per posizionarla nel muro della vecchia abitazione fu contestualmente costruita una edicola votiva per introdurvi una stampa oleografica raffigurante la Vergine Addolorata che sul Calvario, “stava ai piedi della Croce”. Nel linguaggio della pietà popolare questo incrocio è stato consacrato al culto della passione che in Augusta è ben radicato. Nel corso del tempo, alla stampa oleografica è stata aggiunta una statuetta dell’Addolorata dove i fedeli non facevano mai mancare un fiore e soprattutto la “lampa” ad olio.
Nell’aprile del 2006 suscitò indignazione la notizia del trafugamento della statuetta proprio durante la Settimana Santa quando si rinnova il tradizionale suono della tromba nella notte del Giovedì Santo. Ancora un atto vile si è compiuto all’inizio di quest’anno 2016. Questa volta non si è trattato di un trafugamento ma di una azione mirata alla distruzione di un segno della devozione del popolo.
La notizia ha suscitato generale indignazione e, come è stato precisato, non tanto per la statuetta in se stessa, ma per la cancellazione di un segno che identifica un particolare luogo del territorio. Ripristinare l’edicola votiva in tempi brevi significa anche recuperare un segno che identifica la nostra comunità.
Giuseppe Carrabino