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La proposta di “Quattroterzi”: uno spazio culturale condiviso e gratuito

AUGUSTA – Associazioni, sindacati, realtà legate al mondo della scuola o del volontariato, semplicemente gruppi di cittadini devono fare i conti ad Augusta con la carenza cronica di spazi culturali pubblici, con l’indisponibilità di una sede dove riunirsi per dibattere o mettere in scena la libera creatività.

Date queste premesse note ai più, il gruppo di Quattroterzi, che può vantare sotto altre forme associative un decennio di promozione culturale nel territorio, indiceva per la domenica pomeriggio appena trascorsa un’assemblea aperta ad associazioni e cittadini. Si preannunciava una “proposta di cooperazione per risolvere l’annosa problematica degli spazi pubblici destinati all’arte e alla cultura“.

Animatori e sostenitori che orbitano intorno all’associazione culturale, particolarmente apprezzata in città per aver dato vita a nove edizioni di Shortini film festival, non hanno fatto mancare la presenza nella sala di via Garibaldi, gremita anche per la nutrita partecipazione di rappresentanti dell’associazionismo, artisti, commercianti.

L’idea è stata lanciata dalla presidente Jessica Spinelli in apertura di incontro: fare della sede dell’associazione “Quattroterzi” uno spazio pubblico condiviso, gestito da più associazioni con un regolamento, che, per un periodo di tempo determinato, ne possano assicurare la copertura delle spese, rendendolo gratuito per i rispettivi associati e per i cittadini.

Come chiarito nel corso dell’assemblea, la somma dei costi, tra canone di locazione e utenze, non è più sostenibile per la sola associazione “Quattroterzi”. Che però non intende rassegnarsi alla chiusura di questo spazio con un solo anno di vita, chiamato “Lab“, in quanto laboratorio artistico e culturale aperto, vetrina dei talenti che Augusta, per fortuna, non smette di produrre.

Il “Lab” non è concepito come surrogato degli esistenti spazi istituzionali, ma come “valore aggiunto“, un luogo che offra in una fase storica di carenze culturali che si auspica di transizione, un’alternativa libera da vincoli, per spettacoli teatrali e serate letterarie ad esempio, con l’elemento chiave della gratuità sia per chi si esibisce che per chi siede in platea.

Nel dibattito aperto che ne è seguito, si sono distinte obiezioni e idee degli intervenuti legate all’individuazione di un autofinanziamento certo, congruo e prolungato nel tempo, tra le quali la proposta di costituire in corso d’opera una sorta di cooperativa tra le associazioni che sposeranno il progetto, per accedere ai bandi pubblici inerenti.

Intanto il crowdfunding lanciato dall’associazione “Quattroterzi”, attraverso l’apertura di un conto corrente dedicato e la distribuzione di salvadanai per donazioni diffuse, servirebbe a sondare la reale esigenza da parte della cittadinanza dello spazio culturale e a coprirne i costi almeno per i prossimi mesi. Insomma, saranno le stesse associazioni operanti nel territorio e i cittadini sensibili alle iniziative culturali ad assumersi la responsabilità del mantenimento o della chiusura di quella che i promotori hanno prospettato come una “sala pubblica della Città“.


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