Pupi siciliani in mostra per raccontare ad Augusta storie di antiche gesta


AUGUSTA – Di gesta remote, antichissime leggende di amore e furore, di Orlando che perse il senno e che poi lo ritrovò e di Rinaldo che ottenne gloria per il suo grande valore in battaglia, si è tramandato e si vuole continuare a farlo ancora oggi. Storie di guerra e di religione, vite di paladini in lotta e confronto con i Saraceni sono state mostrate a partire dall’Ottocento, attraverso l’arte dei pupari, proveniente dalla Campania e poi resa usanza memorabile in Sicilia.
Ad Augusta tutto ciò troverà una narrazione e un’esposizione da parte di collezionisti e costruttori di pupi siciliani. Infatti lo scorso venerdì mattina, nel salone del Circolo Unione, messo a disposizione dalla presidente Gaetanella Bruno, la stessa Bruno e Gioacchino Cacciaguerra, docente augustano che per passione costruisce pupi siciliani, hanno presentato il programma dell’imminente mostra a ingresso libero.
Sarà inaugurata martedì 3 gennaio alle ore 17,30 da un mini convegno tenuto da Nino Amico, esperto in storia e folclore di pupi siciliani, che illustrerà le origini e la storia di questo antico mestiere. Il giorno successivo la mostra resterà aperta, di mattina ore 9-12 e di pomeriggio ore 17-20, come pure giovedì 5 nella sola mattinata, essendo in programma nel pomeriggio uno spettacolo con biglietti. Venerdì 6, per l’Epifania, sarà l’ultima giornata per ammirare i pupi siciliani.
Il programma dunque si realizzerà in quattro giorni e intende coinvolgere il pubblico di ogni genere ed età. Tra i pupi esposti anche quelli della collezione del maestro puparo Biagio Foti, delle collezioni dei summenzionati Cacciaguerra e Amico, oltre ai pupi appartenenti agli appassionati collezionisti Nardo, Salamone e Scarcella.
La presidente Bruno, nel corso della conferenza stampa, ha evidenziato il ruolo di depositari della memoria collettiva dei cantori dei versi dei poemi del ciclo carolingio e le finalità pedagogiche espletate poi dai pupari in favore delle generazioni più giovani.
Concetto attualizzato da Cacciaguerra, che rivolge un pensiero proprio ai più piccoli: “Bisogna far vedere i pupi come dei giocattoli veri e propri, ma con un’anima, rispetto alla tecnologia e ai giocattoli che oggi i bambini possiedono, che paiono freddi e quasi privi di un’anima. È un’opportunità per divertirsi insieme e un modo per imparare storie antiche”.
È stato ricordato, infine, che l'”Opera dei Pupi“, quale teatro delle marionette siciliano, è dal 2008 bene protetto dall’Unesco, che lo ha dichiarato appartenente al patrimonio immateriale dell’umanità, primo patrimonio italiano ad essere annoverato in tale lista.
Alessandra Peluso