Politica

Accorati interventi al forum del Pd sui beni culturali del territorio

AUGUSTA – Il Partito democratico provinciale ha organizzato per giovedì 25 presso un locale di Augusta un forum sui beni culturali dell’area nord del Siracusano. Coordinato da Beatrice Basile, già soprintendente di Siracusa, vi hanno preso parte donne e uomini anche da Priolo e Melilli, che hanno offerto il loro contributo per tracciare un itinerario dell’arte nelle rispettive aree, sì da proporre e progetti per la salvaguardia, la tutela e la fruibilità di monumenti, siti archeologici e habitat naturalistici.

Beatrice Basile ha posto l’accento sull’importanza delle indicazioni “dal basso”, cioè da parte delle popolazioni residenti, mettendo in secondo piano proposte e progetti calati dall’alto. Per questo, all’iniziativa è stato dato il nome di “forum”, cioè di dibattito e non di convegno, per evitare relazioni cattedratiche e per favorire la maggiore partecipazione del pubblico. Anche perché il fine ultimo è quello di proporre una legge di iniziativa popolare da presentare all’Assemblea regionale, di quella Regione Sicilia, cioè, su cui si sono appuntati gli strali di molti convenuti, prima fra questi la stessa Basile, che ha sottolineato la farraginosità della normativa regionale e l’insipienza di non pochi dirigenti e funzionari regionali.

Sulla stessa lunghezza d’onda dell’ex soprintendente, il dirigente del settore beni culturali di Priolo, Domenico Mercurio, augustano di nascita, il quale ha ricordato che del patrimonio culturale italiano il “33 per cento risiede in Sicilia”, ma non ci sono né mezzi, né persone, né denari a sufficienza per tutelare questo patrimonio e per farlo diventare addirittura un’occasione di reddito per i luoghi in cui è ubicato, offrendo anche opportunità di lavoro.

Il patrimonio culturale, inteso nell’accezione più ampia, può rappresentare una fonte di guadagno, ma bisogna progettare, investire e fare opera di promozione, altrimenti monumenti significativi, come quelli di Augusta, non solo non sono conosciuti fuori città, come l’ex Hangar per dirigibili o come i forti Garsia e Vittoria, non solo sono chiusi da tempi immemorabili e non visitabili nemmeno dagli augustani, ma, addirittura, si corre il rischio di vederli crollare, come può succedere al Castello Svevo, oggi posto sotto sequestro penale dalla Procura della Repubblica di Siracusa.

Da alcuni rappresentanti di associazioni di volontariato, che hanno a cuore il problema della tutela e della fruibilità di questo nostro impareggiabile e invidiabile patrimonio, sono state messe in evidenza le responsabilità della Regione Sicilia, ma anche quelle dello Stato, al cui demanio fanno capo monumenti, come il Castello aragonese di Brucoli, che potrebbe divenire una forte attrazione turistica, con tanto di sbigliettamento, ma che invece, nonostante i denari spesi per un primo restauro, resta ostinatamente chiuso, anche a fronte di un’offerta di guardania da parte di un’associazione senza scopo di lucro.

Responsabilità avrebbe anche l’ente Comune, se non provvede a tutelare le zone umide dove nidificano tante varietà di uccelli, come le ex saline Regina, che potrebbero attrarre un esercito di naturalisti e che stanno correndo un serio pericolo a causa di lavori non svolti sui canaloni attraverso cui viene convogliata l’acqua del mare, attualmente otturati.

Grida d’allarme sono state lanciate da Ilario Saccomanno per mantenere intatta l’unità territoriale dell’ex Hangar e del parco circostante fino all’ex idroscalo, quest’ultimo già pesantemente deteriorato, e da Emilia Ferrara per salvaguardare dalla distruzione l’area del Petraro, in territorio di Villasmundo, la frazione amministrativa di Melilli. Non è possibile, per ragioni di spazio, dar conto di tutti gli interventi. Durante il dibattito è stato usato l’ossimoro “silenzio assordante” delle pubbliche istituzioni riguardo a queste tematiche.

Tra gli interventi conclusivi, il monito di Giambattista Totis: “Bisogna investire sui giovani in maniera costante, bisogna creare dei meccanismi attraverso cui la scuola possa fornire gli strumenti per un processo non episodico ma strutturato nell’ambito del percorso di studi; quindi o si stabilisce un rapporto organico con le risorse della scuola e la soprintendenza o le cose rimarranno sempre così“.

Elemento comune che emerge da iniziative simili è la constatazione che bisognerebbe invertire la tendenza, che deve essere la base, deve essere la gente del territorio a far sentire la voce forte, non isolata e non episodica, perché questo patrimonio sia fruibile da tutti e sia anche una possibilità di guadagno.

Cecilia Casole


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