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Animalisti incalzano l’amministrazione dopo l’abbattimento dei bovini: richiesta verifica stato ambientale del terreno

AUGUSTA – Ad un mese e mezzo dall’ordinanza sindacale, su indicazione dell’Asp, che ne disponeva l’abbattimento e ad un mese dalla soppressione dei 24 bovini, il cui latte era risultato contaminato da diossine e policlorobifenili, appartenenti ad un’azienda zootecnica augustana, tornano a farsi sentire gli animalisti locali e non solo.

Lo fanno con una lettera protocollata ieri, 22 maggio, indirizzata al sindaco Di Pietro e all’assessore all’Ambiente Pulvirenti e inoltrata per conoscenza anche all’assessorato regionale all’Ambiente, all’ex Provincia e all’Arpa di Siracusa, con la quale intendono richiedere la “verifica dello stato ambientale dell’area dell’ex azienda zootecnica“, sita in contrada Balate, interessata dalla vicenda.

Premettono che l’azienda in questione aveva già ricevuto nell’aprile del 2015 notifica dall’Asp del divieto di uscita degli animali dall’allevamento, di trasformazione, cessione a terzi e commercializzazione di prodotti alimentari derivati, ad un anno dalla prime delle tre analisi, e che le diossine e i policlorobifenili rilevati sarebbero eliminabili, nel tempo, non esponendo più gli animali all’ingestione delle stesse (foraggio, terreno, aria e acqua), come assicurato dall’azienda, per il menzionato divieto, negli ultimi due anni.

Per i mittenti della nota, presentatisi al Comune, insieme a un comitato spontaneo con alcune associazioni ambientaliste, senza sapere ancora che i bovini erano stati fatti abbattere il giorno prima dai proprietari, comunque indennizzati, in esecuzione dell’ordinanza, “la contaminazione dei capi bovini ha messo a rischio la salute dei soli bovini e non quella pubblica, pertanto l’intervento del sindaco appare inutile oltre che crudele”, inoltre “l’ordinanza sarebbe stata dovuta se i capi bovini fossero stati affetti da malattie virali trasmissibili agli animali ed all’uomo“.

Quindi contestano alle istituzioni coinvolte il mancato avvio di “una corretta e concreta ricerca delle possibili alternative che salvaguardassero la salute degli incolpevoli animali” e il mancato “coinvolgimento delle associazioni animaliste, di quelle ambientaliste, della cittadinanza, imponendo una risoluzione ad una problematica interna all’azienda con un atto pubblico decisionale sul futuro della stessa azienda“.

Ad un mese da quell’osteggiato epilogo, gli animalisti riferiscono che “ad oggi non si conoscono le iniziative che l’Amministrazione comunale ha intrapreso, a tutela della salute pubblica, per la verifica dello stato ambientale del sito (ormai libero dai bovini), appurato che in data 3 maggio 2017, proprio nell’area in precedenza occupata dall’azienda zootecnica (omissis, ndr) ed espropriata in data 25 agosto 2016 dal Comune di Augusta, è stato dato l’avvio ai lavori per la costruzione della nuova caserma dei Vigili del fuoco di Augusta“.

Infine i mittenti della lettera evidenziano che tuttora “non si è al corrente di attività di caratterizzazione, sia pur preliminari, di campionamento dei suoli del sito interessato dalla erigenda opera pubblica, per la verifica dello stato di contaminazione degli stessi, né tantomeno di comunicazioni agli Enti preposti per l’avvio di attività di controllo o verifica della qualità dell’ambiente (suolo, acqua e aria) sul sito“.

I sottoscrittori della nota risultano l’Enpa onlus, la Milano zooofila onlus, e i professionisti Sebastiano Alicata, Nicolò Caramagno, Giovanna Cipriano, Giuseppe Grimaldi, Maria Leonardi, Giuseppina Nanè e Valeria Timpanaro.

(Foto in evidenza: repertorio)


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