Augusta, caso “Ghost ship”, Ippedico prosciolto chiederà i danni ad amministrazione militare e imputati
AUGUSTA – Per cinque anni assessore all’ambiente durante la sindacatura di Pippo Gulino, il 77enne Francesco Ippedico, chimico, titolare di un laboratorio con sede prima a Villasmundo, oggi ad Augusta, prossimo alla pensione, stamattina, durante una conferenza stampa, ha annunciato che sta avviando la pratica per chiedere all’amministrazione della Difesa il pagamento dei “danni finanziari, morali e psicologici” subiti a causa della vicenda denominata “Ghost ship”, in italiano “nave fantasma”, di cui si interessò la Procura di Roma perché coinvolgeva alti esponenti della Marina.
Il fatto, che ebbe risonanza in campo nazionale, è presto riassunto: una nave, Victory 1, adibita al trasporto di gasolio al pontile Nato che si affaccia sul mare di Augusta, risultava in servizio nel 2014, mentre in realtà era naufragata l’anno precedente. Alcuni personaggi, coinvolti nell’inchiesta “Roma capitale”, secondo gli inquirenti, avrebbero architettato una truffa, con la complicità di ufficiali della Marina militare, facendosi pagare dall’amministrazione militare gasolio mai effettivamente trasportato, tramite fatture false, associandosi “allo scopo di commettere una pluralità di delitti di falso, sostituzione di persona, corruzione, truffa aggravata e frode nelle pubbliche forniture di combustibile navale ai danni della Marina militare, mediante la predisposizione di attività fraudolente atte a rappresentare falsamente, nell’ambito di un più ampio contratto di fornitura, l’avvenuta consegna di ingenti quantitativi di prodotti petroliferi in realtà mai avvenuta”, come recita il capo di imputazione redatto dai magistrati romani.
L’augustano Ippedico, per circa dieci anni, aveva svolto attività di analista chimico proprio per la base augustana della Marina militare, producendo varie certificazioni, con tanto di timbro e firma. Per avallare la truffa del gasolio pagato, ma non consegnato dalla “nave fantasma” Victory 1, erano state prodotte “false certificazioni” con firma e timbro di Ippedico, come lo stesso ex assessore ha potuto dimostrare, tanto che nei suoi confronti, dopo un primo esame delle Fiamme gialle, compiuto al domicilio, a partire dalle 6 del mattino del 14 dicembre 2014, la Procura di Roma ha chiesto e ottenuto il decreto di archiviazione, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale romano.
Forte di questo decreto, Ippedico, che ha trascorso un quinquennio di traversie psicologiche e finanziarie per la propria difesa a Roma, chiederà agli imputati il risarcimento in sede civile, oltre a una provvisionale che il Tribunale potrebbe concedergli a conclusione del processo penale, ma, soprattutto – ed è questa la notizia rilevante – ha reso noto che chiederà alla competente amministrazione militare un congruo risarcimento per “culpa in vigilando”, per non avere, cioè, saputo controllare l’operato dei suoi dipendenti infedeli.