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Augusta, i numeri del Covid all’avvio della “zona arancione”. 700 augustani da vaccinare per quota 70%

AUGUSTA – 222 attuali positivi al Covid-19 nel territorio comunale, 12 augustani ospedalizzati (nessuno in terapia intensiva), abitanti over 12 vaccinati con prima dose al 67,68 per cento. Questi i dati ufficiali Asp dopo il primo giorno della “zona arancione” riveduta e corretta dalla Regione siciliana, mentre questa mattina si è tenuta l’apertura straordinaria domenicale (ore 9-13) del centro vaccinale territoriale al Polivalente insistente su piazza Unità d’Italia.

Un primo fatto è la significativa diminuzione dei soggetti attualmente positivi, cresciuti rapidamente da metà agosto fino al “picco” cittadino di 309 (29 agosto), e che ad oggi sono 87 in meno nell’arco di una settimana. Tendenzialmente stabile il numero degli ospedalizzati, e purtroppo si sono registrati tre decessi con Covid nell’ultima settimana, dato aggiornato a stamani.

Quanto alle percentuali della campagna vaccinale ad Augusta, aggiornate a ieri, i cittadini vaccinati con prima dose sono 21.168 pari appunto al 67,68 per cento, mentre gli immunizzati (ossia chi ha ricevuto entrambe le dosi o l’unica dose Janssen) sono 18.532 pari al 59,25 per cento. Al 26 agosto, quando Augusta figurava al 282° posto tra i comuni siciliani per target prima dose, erano il 63,34 per cento i vaccinati con prima dose e il 56,34 per cento gli immunizzati.

Ormai siamo vicinissimi a quella soglia del 70 per cento“, ha detto il sindaco Giuseppe Di Mare in un videomessaggio di questa domenica mattina. Restando ai numeri mancano all’appello 725 augustani over 12 da vaccinare con prima dose. Come noto, si tratta di una delle soglie tenute in considerazione dalla Regione siciliana per decidere quali misure restrittive applicare nel comune, attualmente “zona arancione” fino a martedì 14 settembre.

Il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Salvo Madonia ci riferisce: “L’aspetto più importante per cui bisogna vaccinarsi non è tanto l’immunizzazione di ognuno di noi, quindi non andare incontro a conseguenze catastrofiche sotto il profilo della salute, ma è quello di bloccare la circolazione del virus riducendo al minimo il rischio delle varianti. Già abbiamo avuto la variante Delta, ci sono altre varianti, ne potrebbe venire fuori una estremamente pericolosa o forme patologiche che potrebbero non essere più combattute né con le terapie mediche oggi disponibili né con i vaccini“.

(Foto di copertina: repertorio)


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