Augusta, “Mafia e politica”, depositate le motivazioni della sentenza del Tribunale di Siracusa


AUGUSTA – A distanza di sei mesi dalla pronuncia della sentenza del 10 settembre 2019, con cui il Tribunale penale di Siracusa (presidente dott.ssa Storaci, giudici a latere Spitaleri e Rusconi) definì il processo a carico di dodici imputati chiamati a rispondere, a vario titolo, di reati che sarebbero stati commessi in occasione delle elezioni comunali di Augusta del 2008 e delle elezioni regionali del 2006 (filone siracusano dell’inchiesta), sono state depositate le motivazioni della decisione.
Si tratta di ben 243 pagine nelle quali i giudici aretusei ricostruiscono i vari passaggi delle inchieste che, sul fronte amministrativo, portarono allo scioglimento del consiglio comunale di Augusta per presunte infiltrazioni mafiose e che, dal punto di vista penale, avevano indotto la Procura distrettuale antimafia a richiedere numerose condanne per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio, a conclusione del dibattimento.
In particolare, per l’ex sindaco di Augusta, Massimo Carrubba (nella foto di repertorio in copertina) e per l’ex assessore Antonio Giunta, il Pm aveva chiesto le condanne più pesanti (anni cinque di reclusione), ma il Tribunale li ha assolti perché il fatto non sussiste (con formula piena per il primo e dubitativa per il secondo); inoltre l’ex sindaco è stato assolto con formula dubitativa dal reato di voto di scambio, mentre il Giunta e altri imputati, in relazione allo stesso reato, sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione.
Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Fabrizio Blandino (ex consigliere comunale di Augusta) e di numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Tutti gli imputati avevano sempre rigettato le accuse con diverse argomentazioni e numerose produzioni documentali, sulle quali sono stati sentiti, come testi, diversi funzionari e impiegati del Comune di Augusta.
Secondo i giudici, in buona sostanza, ci sarebbero stati diversi tentativi, da parte di soggetti legati direttamente o indirettamente al clan “Nardo” di Lentini, di infiltrare e condizionare la vita politico-amministrativa del Comune di Augusta, ma tali iniziative non andarono a buon fine in quanto nessuna coalizione politica accettò di apparentarsi con la lista approntata dal Blandino. Inoltre non vi è prova che una serie di atti amministrativi adottati dopo le elezioni del 2008 siano stati il “corrispettivo“ di illeciti accordi pre-elettorali, in quanto detti atti sarebbero stati dettati da oggettive necessità dell’ente pubblico. Per quanto concerne la contestazione di voto di scambio, il Tribunale di Siracusa ha escluso che trattative ed eventuali accordi fossero aggravati dal metodo mafioso o dalla consapevole finalità di favorire clan malavitosi e, pertanto, eliminando quest’ultima aggravante, ha dichiarato prescritto il reato.
Adesso occorrerà attendere le valutazioni della pubblica accusa che, entro i prossimi 45 giorni, deciderà se impugnare o meno la sentenza.