Celebrato il bicentenario della Polizia penitenziaria nel carcere di Augusta
AUGUSTA – Questo venerdì mattina, 22 settembre, nel cortile della casa di reclusione di Augusta, si è svolta la cerimonia celebrativa del Bicentenario di fondazione del Corpo della Polizia penitenziaria (18 marzo 1817).
Ha dato avvio alla manifestazione il commissario capo Guido Maiorana che, dopo aver porto i saluti alle autorità civili, militari e agli ospiti presenti, ha elencato i servizi raggiunti nell’arco dell’anno. Fra questi, l’aver assicurato il corretto svolgimento in sicurezza di 20 manifestazioni sportive, ricreative e culturali a favore dei detenuti; circa 11 mila colloqui tra i carcerati e i loro familiari. In particolare, sono stati sventati due tentativi di suicidio, affrontati 38 casi di autolesionismo e sventata una tentata evasione dal penitenziario.
Poi è intervenuto il direttore della casa di reclusione, Antonio Gelardi: “Non ci si può nascondere che l’estate appena trascorsa è stata per il mondo penitenziario molto critica e si sono verificati in moltissimi istituti episodi di turbamento dell’ordine o dolorosi episodi di suicidio. L’impegno del personale di Polizia penitenziaria è stato quello di garantire, con la presenza in prima linea h24, nei giorni feriali e in quelli festivi, pur essendo notevolmente sotto organico, un pacifico e ordinato svolgimento della vita detentiva“.
Da parte del direttore ringraziamenti, oltre che al personale della Polizia penitenziaria, “a quello amministrativo di tutte le aree contabile, di segreteria e trattamentale, che lavorano con impegno e sinergia con quello dell’area sicurezza“, anche “all’Uepe, dal personale sanitario a quello scolastico, ai volontari oggi presenti numerosi, all’associazione “Pol pen” che offrirà un momento conviviale“, prima di riservare un ringraziamento particolare all’Istituto comprensivo “Corbino”, diretto da Maria Giovanna Sergi, presente con diversi studenti e docenti alla celebrazione.
Gelardi si è impegnato ulteriormente a “continuare a richiedere adeguate forniture finanziarie ed adeguata tecnologia, e mi adopererò per migliorare sempre più le condizioni lavorative”.
A seguire, l’ispettore capo Salvatore Ragusa ha letto il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, imperniato sul valore dell’articolo 27 della Costituzione, che sancisce il principio della rieducazione del condannato.
Mentre l’assistente capo Santo Bonasera si è occupato di leggere dinanzi alla platea il messaggio a firma del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che sottolinea l’importanza del ruolo svolto dal Corpo di Polizia penitenziaria per la salvaguardia della democrazia, dei valori costituzionali e dell’adozione di strumenti volti a garantire il recupero del recluso, garantendo le necessarie condizioni di sicurezza.
Infine, è toccato all’agente scelto Giovanni Falco leggere il discorso del capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Santi Consolo, in cui è stato sottolineato il ruolo strategico e incisivo per la sicurezza del Paese svolto dal Corpo di Polizia penitenziaria, cogliendo, altresì, l’occasione per commemorare i caduti.
A margine della cerimonia, sono stati consegnati due encomi. Il commissario capo Alessandra Di Vita ha consegnato il primo encomio al sovrintendente Michelangelo Fava, in quanto “libero dal servizio unitamente ad altro personale, è intervenuto per soccorrere i feriti di un grave incidente stradale. L’altro encomio è stato porto all’assistente capo Fabio Giovanni D’Amico, in quanto “libero dal servizio, unitamente ad altro collega, riusciva a far desistere un giovane che minacciava il suicidio sul davanzale di una finestra”.
Attraverso una nota successiva, il sindaco Cettina Di Pietro, presente alla cerimonia, ha espresso un ringraziamento alla Polizia penitenziaria “per la costante collaborazione prestata nei confronti delle istituzioni, anche con riferimento alla disponibilità di uomini e automezzi che si sono prodigati in attività di protezione civile, quali gli interventi per domare gli incendi dell’estate appena trascorsa, che quelli avvenuti per il rifornimento idrico resosi necessario, per diversi giorni la settimana, con l’autobotte in dotazione al Corpo“.