AUGUSTA – Un sabato pomeriggio di cultura e di attesi ritorni nella sede dell’associazione “Quattroterzi”, con l’eclettico Antonio Conticello, affermato produttore, regista, scrittore, già direttore d’area intrattenimento Mediaset, a riabbracciare la sua Città in occasione della presentazione dell’ultimo lavoro letterario.
Già dalle prime battute, Conticello, autore del romanzo “Sotto l’ombrellone“, permette ai presenti di accedere al suo mondo interiore creando, coi pennelli della sua sensibilità, un’atmosfera densa di emozioni, di valori e di metafore sulla vita.
Il profondo senso di appartenenza alla terra di origine da un lato, la conoscenza dell’animo umano e la creatività dall’altro, fanno da sfondo ad un’opera che nasce dall’esigenza di raccontarsi e di trasferire emozioni.
Sulla parabola del “Tempo“, di cui siamo servitori, che si rimpicciolisce nella scontatezza della quotidianità e si dilata nella lentezza dei pensieri e nella copiosità dei dettagli, costruiamo le nostre giornate che tingiamo di creatività, qualora impariamo a guardare le cose da una prospettiva diversa. Proprio questo farà il fotoreporter, protagonista della narrazione, chiamato a risollevare le sorti di una prestigiosa casa editrice attraverso uno scatto magico.
Tra i protagonisti non passa inosservata la figura di Tanino, un bagnino con un’anima sensibile che sa andare oltre le persone e scegliere con accuratezza gli ombrelloni da dare ai bagnanti. Al fotoreporter, come si vedrà nel prosieguo della lettura, ne darà uno molto particolare.
Inoltre il Tempo, nel romanzo, ha un sapore e un odore così intensi da teletrasportare i lettori dentro le parole del libro, abolendo il limite tra realtà e immaginazione.
Lo spirito creativo, sottolinea Antonio Conticello, che tiriamo fuori dai cassetti dell’anima, è alimentato lontano dalle zone di confort e solo fuori da queste, pur mantenendo la nostra centralità, possiamo rapportarci con diversi spicchi di realtà, scovare la bellezza, coltivare la nostra fragilità per farla diventare forza e fare esperienza.
Proprio in questa alchimia tra forza e fragilità, elementi che vivono in perfetto equilibrio sia nell’animo dell’autore, empatico e passionale, sia nel suo lavoro letterario, si conclude la presentazione di un romanzo che lascia i presenti con l’acquolina in bocca e pronti a intraprendere un nuovo viaggio all’interno dell’opera di Conticello.
La Sicilia, conclude l’autore visibilmente commosso, è come un utero materno che nutre attraverso un cordone che si ispessisce col passare del tempo.
Marcella Di Grande