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“Fuori Roma”, il contributo di una ricercatrice augustana ad Harvard. Elogio delle scuole di Augusta

AUGUSTA – Continua a far discutere la puntata dedicata ad Augusta del programma “FuoriRoma“, di Concita De Gregorio, in onda su Raitre la scorsa domenica 18 marzo. Sono emersi dal dibattito, sui social in particolare, due fronti di polemica: uno sulla radicalizzazione dell’immagine negativa della città, evidenziando criticità e privazioni oggettive più e meno recenti, ma dimenticando i tentativi di rilancio di associazionismo e imprenditoria; l’altro su certi commenti espressi dagli artisti noti intervistati, alcuni ritenuti da tempo lontani dalla comunità augustana.

Abbiamo chiesto un’opinione ad alcuni dei blogger de La Gazzetta Augustana.it, che vivono lontano dalla città per esigenze di formazione o lavoro, pur facendovi periodicamente ritorno. Il contributo che proponiamo qui di seguito è dell’augustana Ilaria Patania, che per noi cura il blog sulle sue esperienze da giramondo per lavoro “Fresh off the boat” (vedi blog), essendo vissuta in Russia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Canada, Cina, per stabilirsi infine negli Usa, dove insegna e conduce la ricerca sugli adattamenti tecnologici e sociali che hanno consentito agli Homo sapiens di sopravvivere durante l’ultima era glaciale. Attualmente è research fellow presso il dipartimento di Antropologia dell’Università di Harvard, a Boston.

Ci ho messo un po’ per convincermi a guardare la puntata di “FuoriRoma” su Augusta. All’inizio, non essendo molto presente sui social, non avevo percepito che un vero dibattito stesse montando riguardo la questione, poi avevo paura di cosa potessi trovare in quello speciale, paura di trovare una verità che condividevo ma anche paura di trovare un’offesa alla mia identità. Ci ho messo cinque giorni per convincermi a guardarla, per finire ad essere ancora più confusa di prima.

Ho trovato tante verità nello speciale della De Gregorio. Ho trovato verità che non posso negare, verità di cui mi vergogno, verità che cerco di nascondere quando parlo della mia terra a stranieri che immaginano un’idilliaca isola mediterranea. Queste verità non sono certo nuove, non lo so sono per gli augustani ma non lo sono neanche per i forestieri. In passato queste verità sono state dette da altri giornalisti e in futuro… in futuro probabilmente altri giornalisti le ripeteranno ancora.

Ho trovato anche tante omissioni, e due sono quelle che mi hanno colpito più di tutte: le omissioni di colpevolezza, e quelle di merito. “Non c’è rinascita senza cultura”, pronuncia la voce di Concita De Gregorio alla fine del programma. Dato che io mi procuro da vivere con la cultura, mi sento mi sento in dovere di parlare di alcuni meriti di Augusta. Non lo faccio per criticare il programma, ma per far eco al bellissimo contributo di Claudia La Ferla (vedi contributo), lo faccio perché neanche io ho dimenticato.

Oggi scrivo dal mio ufficio nel dipartimento di Archeologia di Harvard, una delle università più prestigiose al mondo, dove sono arrivata anche grazie a delle donne e degli uomini, che tra i banchi delle scuole di Augusta, quelle che mio zio forestiero chiama “licei pesce spada”, mi hanno insegnato cos’è la cultura e la sapienza. Donne e uomini che non erano certo perfetti, che non sempre capivo ne accettavo, ma che mi hanno trasmesso una sapienza millenaria che io ora tramando ai miei studenti. Loro per primi mi hanno insegnato ad essere un’accademica. Non sono l’unica augustana ad essere un’accademica all’estero, siamo in diversi e parte della nostra forza viene proprio dal “liceo pesce spada”, che non aveva computer, né una biblioteca, un’aula scienze, o un teatro, ecc., ma che mi ha dato argomenti che mi hanno fatto pensare, spunti da dibattere, poesie da ricordare, e non mi ha fatto mancare mai la Cultura.

Non era certo tutto rose e fiori e sicuramente la mia esperienza è individuale, ma ci sarà un motivo se il mio liceo “pesce spada” oggi è il secondo in graduatoria tra i migliori della provincia di Siracusa. È con immenso orgoglio che ringrazio i miei insegnanti e i miei compagni di scuola perché senza di voi non potrei essere qui, a guardare la neve fuori dalla mia finestra e solo a immaginare il mare del colore dei pavoni.


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