Grotta di Campolato sud, campagna archeologica Usa diretta da un’augustana sulle tracce dell’Homo sapiens
AUGUSTA – Ilaria Patania lasciò Augusta negli anni della formazione universitaria, ha girato il mondo per conto di importanti istituzioni accademiche statunitensi alla scoperta degli adattamenti tecnologici e sociali che hanno consentito agli Homo sapiens di sopravvivere durante l’ultima era glaciale. Questa appassionata ricerca l’ha riportata ad Augusta, almeno per qualche mese.
Oggi è un’archeologa paleoambientale attualmente in forza alla Washington University in St. Louis (Missouri), ed è direttrice del progetto chiamato “Eos 2023“, acronimo che sta per “Early occupations of Sicily project“, cioè sui primi insediamenti umani in Sicilia, da realizzare con un team italo-americano. Alla base, un protocollo d’intesa tra la Washington University in St. Louis, la Uconn – University of Connecticut, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, la Soprintendenza del mare della Regione siciliana, con l’obiettivo di rivedere studi del secolo scorso sulle grotte e i paleositi nel sud-est siciliano.
Tra i principali siti archeologici oggetto di indagine della campagna finanziata da enti statunitensi (in larga parte The Leaky Foundation, ma anche Aia – Archaeological Institute of America e la Rust Family Foundation), una grotta terrestre a Pedagaggi (Carlentini), già scavata e di cui il team ha potuto studiare gli strumenti in pietra, Grotta Corruggi a Marzamemi (Pachino), scavata da Luigi Bernabò Brea, alcune grotte marine nella zona di Siracusa e in particolare una grotta terrestre ad Augusta, nella zona identificata come Campolato sud, coerentemente alla denominazione toponomastica assegnatale dallo studioso augustano Italo Russo, recentemente scomparso. A supporto del team, per la logistica in mare, anche l’esperto sub augustano Jano Di Mauro.
“Abbiamo identificato venti grotte terrestri già censite nel secolo scorso, da Brucoli fino alla zona Cavalera. Al momento questa di Campolato sud sembra essere l’unica che ha dei sedimenti ancora intatti, spessi, quindi con un ottimo potenziale – ci rivela Ilaria Patania – Sono sedimenti naturali, al di sopra, che proteggono la sottostante parte archeologica“.
“La nostra speranza è quella di trovare dei resti paleolitici – aggiunge la direttrice del progetto – Lungo questo tratto di costa ci sono anche dei buchi di palo, che potrebbero essere dell’età del bronzo, più tarda, come nel complesso rupestre Pantakias Gisira. Ma questa grotta, secondo quanto ha pubblicato Russo, sembra invece essere del Paleolitico superiore, anche detto periodo Epigravettiano, quindi i primissimi arrivi dell’uomo preistorico qui. Noi speriamo che questa grotta si possa poi paragonare a quelle sulla costa tirrenica della Sicilia, come la Grotta di San Teodoro (Acquedolci, Messina, ndr) o la Grotta dell’Addaura (Palermo, ndr)”.
Nel tratto di litorale augustano oggetto della campagna archeologica, oltre alla grotta viene indagata pure una paleospiaggia, ritenuto che la linea di costa nel periodo preso in considerazione si trovava circa un centinaio di metri più al largo. “Dobbiamo capire come posizionarla nel tempo – spiega – rispetto a quando è stata occupata la grotta, per ricostruire l’ambiente in cui gli esseri umani vivevano“.
“Noi sappiamo – conclude Patania – che gli esseri umani sono arrivati in Sicilia dall’Italia continentale, hanno occupato sicuramente l’attuale messinese, sono arrivati fino al palermitano lungo la costa tirrenica (come hanno testimoniato le due più note grotte menzionate dall’archeologa augustana, ndr), sono arrivati alle isole minori, allora tutte connesse, ma non sappiamo come si sono mossi da nord verso sud o come sono arrivati a Malta. Da qui dovevano passare e dal ragusano, da cui si estendeva il ponte di terra per Malta“.
Un’anteprima dei risultati della campagna archeologica “Eos 2023” è stata illustrata la sera del 28 luglio, al Nuovo circolo tennis di Augusta, quale tema dell’ultimo appuntamento di “Parole e pietre”, seconda edizione della rassegna estiva di libri e cultura classica promossa dall’Archeoclub cittadino e Naxoslegge. Occasione introdotta dalla presidente del sodalizio Mariada Pansera in cui, dinanzi al soprintendente del mare Ferdinando Maurici e alla funzionaria archeologica della Soprintendenza per i beni culturali aretusei Alessandra Castorina, sono state proiettate le riprese esclusive effettuate in loco da La Gazzetta Augustana.it.
La prima fase di ricerca della campagna archeologica avrebbe dovuto completarsi in questi giorni, il 31 luglio, ma l’incendio all’aeroporto di Catania non ha al momento consentito alla squadra internazionale di sub chiamata a intervenire di raggiungere Augusta, motivo per cui le operazioni riprenderanno a dicembre mentre, per lo scavo, nella prossima estate.
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