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Inchiesta inquinamento, prescrizioni: “Congrui i progetti Isab”. Per Esso ancora tempo

SIRACUSA – Sono partiti i lavori di adeguamento imposti dal tribunale di Siracusa a favore della riduzione delle emissioni, per una delle due raffinerie finite sotto inchiesta a luglio per inquinamento dell’aria: l’Isab. Per l’altra, la Esso, ci vorrà ancora del tempo vista la maggiore complessità dell’impianto e la specificità di alcune prescrizioni. È arrivato, dunque, un responso da parte della Procura della Repubblica di Siracusa, riguardo ai progetti che le due aziende hanno presentato ottemperando all’esecuzione delle prescrizioni dettate dall’ufficio diretto dal procuratore Francesco Paolo Giordano, e recepite dal gip.

Come si ricorderà le due aziende sono accusate di aver dato “un significativo contributo al peggioramento della qualità dell’aria dovuto alle emissioni degli impianti”. Il provvedimento di sequestro, emanato lo scorso luglio, prevedeva l’equivalente dell’istituto della restituzione dei beni, ossia “l’imposizione di talune prescrizioni – come recitava il decreto a firma del gip – volte a consentire l’adeguamento degli impianti alle norme tecniche vigenti”. Quindici giorni di tempo per accettare, pena la chiusura degli impianti.

Entrambe le aziende accettarono: prima l’Isab, poi la Esso dopo aver ottenuto una proroga. In seguito fu individuata una data entro la quale i due colossi avrebbero dovuto presentare i progetti e un cronoprogramma per l’esecuzione degli adeguamenti: il 24 ottobre. Entrambe hanno dato seguito all’iter nei termini loro concessi: i progetti sono rimasti per qualche settimana al vaglio dei consulenti tecnici della Procura, che li hanno esaminati. La parola è poi tornata ai magistrati inquirenti che hanno dato il responso: il progetto Isab è stato ritenuto congruo. Per Esso invece la valutazione è ancora in corso. Non si tratta di una bocciatura, ma di un supplemento di valutazione per la maggiore complessità dell’impianto.

Tra le prescrizioni nei confronti di Esso la Procura aveva disposto la riduzione del livello delle emissioni in atmosfera, sino al rispetto dei livelli previsti, per ben 24 punti di emissione: per l’accusa due sono camini avrebbero emesso livelli fuorilegge di ossidi di zolfo; gli altri ventidue ossidi di azoto. Poi per entrambe: la copertura delle vasche di trattamento delle acque, il monitoraggio del tetto di tutti i serbatoi contenenti prodotti volatili; la realizzazione e messa in esercizio di impianti di recupero vapori ai pontili di carico e scarico.

Dodici mesi i termini per la realizzazione degli adeguamenti. “Gli effetti della nostra azione si vedranno nel tempo”, ha detto il procuratore Giordano riguardo a questi interventi. E sull’inchiesta aveva aggiunto: “La procura non è più all’anno zero quando mi sono insediato io, nel settembre 2013, oggi ci sono le indagini tecniche che abbiamo messo in campo e i provvedimenti emanati e accettati dalle due più importanti realtà del Petrolchimico. È chiaro che gli effetti di questi nostri provvedimenti si vedranno a distanza, nell’arco di un anno, ma si vedranno senz’altro”. Nell’inchiesta sono indagati anche otto dirigenti aziendali: cinque di Isab e tre di Esso. Sono accusati di disastro ambientale colposo.

(Fonte: Articolo di Massimiliano Torneo su La Gazzetta Siracusana.it)


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