Nella mattina della “Lupa” l’atto secondo alla scoperta della costa augustana


AUGUSTA – Nella tarda mattinata della domenica appena trascorsa un insolito banco di nebbia rotolava sul mare. Il versante nord-est del monte Tauro veniva investito da una coltre che ha ridotto la visibilità e reso l’aria appiccicosa di salsedine. L’intera costa ionica, dalla Calabria alla Sicilia, è stata interessata dalla cosiddetta “Lupa”, ovvero nebbia da avvenzione, un fenomeno atmosferico non raro nel periodo primaverile. Si verifica quando uno strato d’aria calda incontra il mare ancora freddo e si condensa in una nebbia, a volte, molto fitta.
Con questo evento, la natura ha contribuito, ulteriormente, a far conoscere le peculiarità del mare e delle coste augustane che l’associazione culturale “Marilighea” sta mostrando attraverso un percorso naturalistico-culturale. Attraverso l’escursione denominata “Il mare del monte”, nell’ambito del progetto “‘A rucazioni”, giunta al suo secondo atto bis, atto riproposto per consentire la partecipazione all’elevato numero di interessati. Un percorso che in questo caso ha portato i partecipanti da capo Sbarcatore dei turchi a punta Tonnara.
La partenza è stata accompagnata da due cultori della costa e del suo mare. L’avvocato Raffaele Migneco, appassionato frequentatore e studioso del litorale augustano, ha illustrato: “Il capo, così come lo vedete, è di recente formazione, questa non è la sua forma naturale ma è stato creato dall’uomo. Infatti, l’isolotto che avete di fronte è nato dagli scavi di una delle cave che servirono per costruire la diga del porto di Augusta”, uno dei rari casi in cui l’intervento dell’uomo non è stato devastante ma generante di uno degli scorci più belli di questo tratto di mare.
Il secondo ospite è stato Simone Fabac, atleta e apneista augustano, amante del mare e in particolare di questi fondali così vari e unici: “L’apnea è un viaggio introspettivo, in cui entro a contatto col tutto che mi circonda. È uno sport che non ha limiti di età e al quale quasi tutti possono approcciarsi senza correre rischi”.
Durante la lunga escursione, il presidente di “Marilighea” Luca Di Giacomo ha condotto il gruppo tra le varie insenature, come quella artificiale di “Costa Pergola” o quella naturale chiamata dai frequentatori “dei Gobbi”. Proprio lì, dopo un bagno nelle ancora fredde acque, è avvenuto l’incontro con la “Lupa”.
Come nel primo atto, gli spunti per soffermarsi e di cui parlare sono tanti. Insenature tra cui quella del “Vetrano” sono frutto dell’erosione di antichi fiumi e torrenti, che sotto forma di cascate si tuffavano nel mare. La toponomastica di alcuni luoghi è legata alla presenza di fonti d’acqua dolce ormai prosciugate, una tra queste la contrada Acqua santa. Grotte con tracce d’insediamenti paleolitici, mesolitici e neolitici, una storia antica legata alle prime popolazioni che hanno abitato la costa ionica siciliana. Le piante autoctone e quelle che, pur non essendolo, si sono ambientate da secoli tra le quali il Carpobrotus edulis, conosciuto anche come fico degli ottentotti o unghia di strega, originario del Sudafrica e che fu introdotto in Sicilia nel sedicesimo secolo.
Insomma, una costa e la sua storia tutte da scoprire. È lo stesso Di Giacomo a chiudere la tappa naturalistica così: “Come potete vedere, c’è ancora tanto da salvare, da proteggere e conoscere… Così da poter mostrare, anche a chi non vive qui, ciò che ha da dare Augusta nonostante le ultime notizie di cronaca. Siete voi che potete far espandere il messaggio che con Marilighea e ‘A rucazioni lanciamo”.
Marcello Marino