Riconversione industriale, lettera di Unionports a Musumeci: “Isola green, ma non si distruggano migliaia di posti di lavoro”


AUGUSTA – Una lettera aperta da Augusta in risposta alle dichiarazioni “green” del governatore della Regione, Nello Musumeci, che qualche giorno fa in occasione di un convegno catanese aveva detto, sull’esigenza di una “riconversione industriale dei poli petrolchimici” di Priolo e Milazzo, come riportato dal quotidiano La Sicilia, che “la raffinazione è un’attività con innegabili ricadute economiche, ma chi doveva vigilare sulla corretta gestione degli impianti non l’ha fatto e ancora oggi decine di milioni di euro messi dall’Ue e dallo Stato per le bonifiche inspiegabilmente non sono stati spesi“.
La lettera, che pubblichiamo qui di seguito, è dell’augustano Davide Fazio, presidente di Unionports, cluster costituito un anno fa che include operatori dei porti di Augusta e Catania, indirizzata al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci.
“Egr. On.le Presidente Musumeci, mi permetta di dissentire decisamente rispetto alle sue dichiarazioni di guerra a mezzo stampa alle industrie di raffinazione petrolifera.
Forse Lei per “isola green” intende una Sicilia fatta di erba e pascoli? O, come mi auguro, intende una regione con industrie ed attività economiche ecostostenibili? Una sostenibilità che, come lei può osservare in molte parti del mondo industrializzato e più sensibile del nostro alle esigenze dell’ambiente, è possibile.
In tutto il mondo, caro Presidente, l’industria è compatibile con turismo, agricoltura etc. Anzi, come ogni modesto conoscitore di economia sa, tutte le attività sono interconnesse ed interdipendenti. Un paese non industrializzato non si potrebbe permettere cittadini turisti. È fin troppo chiaro.
Pensiamo che le sue esternazioni siano dettate dalle migliori intenzioni e non da ragionamenti legati alla contingenza politica o per conquistare facili consensi. La politica, Lei ci insegna, deve avere una visione e quindi amministrare.
Ed è corretto che lei abbia una visione green della nostra regione. Sa anche che per fare arrivare turisti occorre avere strade ben tenute, collegamenti efficaci ed efficienti, pulizia per le strade, musei aperti, promozione del brand di un territorio, etc. Come per sviluppare agricoltura, servizi, piccole industrie, siano necessari infrastrutture, porti efficienti. Molte di queste cose di competenza della Regione.
Insomma la dimensione del green e della sostenibilità di un territorio è molto ben più ampia dei problemi che possono porre le industrie. Industrie che, siamo d’accordo, vanno controllate e stimolate a fare investimenti ecocompatibili. Ed anche questo è compito della politica oltre che degli organi di controllo che dalla politica vengono governati.
Non ci sembra, caro Presidente, che per fare diventare green l’isola si possano distruggere migliaia di posti di lavoro, annullare una storia industriale in una posizione strategica nel Mediterraneo, mettere un muro fra oggi ed il futuro. Come è possibile, ci dica, sostituire nel breve e medio periodo, almeno per quanto riguarda la provincia di Siracusa, oltre il 50 per cento del Pil?“.
(Nella foto di repertorio: direttivo di Unionports – Maritime Cluster)