Rito della tromba nella notte del Giovedì santo, storia augustana di musicisti e “accompagnatori”


AUGUSTA – Manca poco alla Settimana santa e Augusta si prepara a vivere, attraverso tradizionali celebrazioni e riti, il periodo di forte pathos. Il 2018 rappresenta un anno particolare per due augustani che in maniera discreta e con totale gratuità contribuiscono da cinquant’anni alla realizzazione di uno dei momenti più cari agli augustani: la tromba del Giovedì santo notte.
L’avventura di Biagio Ternullo e di Giuseppe Limoli inizia nei primi anni Sessanta, quando i due, giovani attratti dalla tradizione “da’ trumma”, cominciarono a seguire con la loro vespa i due musicisti che in quel periodo percorrevano a piedi il solo centro storico di Augusta. Erano, allora, ad avere l’onore di suonare in questa particolare notte gli indimenticati don Ignazio De Leo (tamburo) e il giovane Vito Vinci (flicorno soprano – tromba), che da poco aveva sostituito il vecchio suonatore Vincenzo Moretto. Erano gli ultimi anni in cui le pie donne accompagnavano la tromba con le loro litanie.
Ternullo e Limoli sono stati quindi testimoni dell’evoluzione che questa tradizione ha avuto nel tempo, preservando il suo profondo significato. Erano presenti quando per le primissime volte la tromba ha varcato i ponti spagnoli per suonare a casa del signor Accolla, che con la sua autovettura portava i due musicisti al villaggio Unra Casa, dove la tromba veniva fatta sentire per telefono negli Usa ad una parente emigrata.
Negli anni successivi, le richieste di suonare oltre il centro storico andavano aumentando, con l’espandersi del quartiere Borgata e successivamente al Monte, ed ecco che fu necessario per i musicisti muoversi in autovettura, non potendo coprire a piedi le nuove distanze. Da allora Giuseppe Limoli e Biagio Ternullo, con la loro automobile, si preoccupano di portare i musicisti in ogni angolo della città dove ci sia richiesta, dove qualcuno aspetta la tromba.
I due, pazientemente, contribuiscono a portare quel suono tanto atteso che simboleggia la voce e il cuore della Madonna alla ricerca del figlio Gesù. Ad ogni sosta, un aneddoto sul luogo o sui musicisti che hanno “accompagnato” fino ai giorni nostri questa tradizione, che attualmente vede alla tromba e al tamburo i giovani Gaetano Galofaro ed Emanuele Di Grande.