Sequestro per 7 milioni di euro ad ex amministratore di una società fallita


AUGUSTA – La Guardia di Finanza di Siracusa, su delega della Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento di sequestro preventivo sui beni e sui conti dell’amministratore pro tempore della “Set Impianti S.r.l.“, società operante nel settore della riparazione e manutenzione di macchine per industria chimica, trasferita da Augusta a Catania a fine 2012 e dichiarata fallita nel novembre 2014 dal Tribunale di Catania.
Già lo scorso giugno i finanzieri del Comando provinciale di Catania traevano in arresto, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo, i fratelli Francesco e Raffaele Ranieri, soci della “Set Impianti S.r.l.”, per bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Destinatario di analoga misura restrittiva era anche Antonio Ranieri, amministratore della società e padre dei due.
L’attuale azione restrittiva patrimoniale trae infatti origine dall’attività d’iniziativa di verifica fiscale della Compagnia di Augusta, che ha evidenziato delle irregolarità consistenti, tra l’altro, nell’omesso versamento dei tributi erariali per il periodo compreso tra il 2011 ed il 2013. Nel dettaglio, dopo la prima comunicazione di notizia di reato avvenuta nel 2013, e sulla scorta delle direttive impartite dal procuratore capo della Repubblica dott. Francesco Paolo Giordano che ha coordinato le indagini e delle direttive del sostituto procuratore dott. Andrea Palmieri, le Fiamme Gialle megaresi rilevavano l’esistenza di un ulteriore debito tributario per il quale l’indagato Antonio Ranieri aveva ottenuto un piano di rateizzazione dal gestore, nel merito Riscossione Sicilia S.p.a..
Secondo gli investigatori, a fronte di tale rateizzazione, però, il Ranieri avrebbe organizzato una manovra fraudolenta, connotata da un rilevante tecnicismo e da una scientifica cronologicità degli accadimenti sottesi, che è consistita nell’interruzione del pagamento del piano di rateizzazione e nella contestuale spoliazione, mediante molteplici atti simulati a favore della moglie e dei figli (attraverso l’emissione di assegni bancari e, in realtà, mai incassati), dell’intero asset aziendale, con contestuale variazione della sede legale della “Set Impianti S.r.l.”, posta fittiziamente in un’altra provincia, il tutto al fine di evitare ogni possibile aggressione patrimoniale.
Le condotte poste in essere dal Ranieri avrebbero palesato gli elementi costitutivi l’ipotesi delittuosa prevista dall’art. 11 del d.lgs. n. 74/2000 per essersi sottratto al pagamento di imposte alienando simulatamente o compiendo atti fraudolenti sui propri o su altrui beni idonei a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva.
La Procura della Repubblica di Siracusa, pertanto, avuta cognizione dei fatti reato in trattazione, delegava la Compagnia di Augusta ad eseguire specifiche attività finalizzate al riscontro di eventuali ed ulteriori violazioni di rilevanza penale. All’esito delle attività, consistite nell’analisi documentale in riscontro alle risultanze delle banche dati in uso al Corpo nonché accertamenti bancari su numerosi conti correnti, intestati sia all’indagato che alla società, i militari della Compagnia Guardia di Finanza di Augusta segnalavano alla Autorità giudiziaria l’amministratore pro tempore, in carica dal 2011 al 2013, nella persona di Ranieri Antonio, per i reati previsti e puniti dagli artt. 10 bis, 10 ter e 11 del d.lgs. n. 74/2000, per l’omesso versamento dell’Iva dovuta nonché per l’omesso versamento delle ritenute certificate per un importo complessivo pari ad 6.967.761 euro.
Valutati gli elementi indiziari forniti dalla Guardia di Finanza di Augusta, i magistrati titolari del fascicolo hanno quindi richiesto ed ottenuto dal Gip dott. Giuseppe Tripi, sulla base delle modifiche introdotte dal d.lgs. n. 158/2015, l’emissione del provvedimento di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, per un valore corrispondente al vantaggio economico tratto dal soggetto a seguito delle condotte illecite riscontate, per un valore complessivo di 6.967.761 euro, eseguito sui beni e sui conti correnti dello stesso indagato Antonio Ranieri.