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Veneziani ad Augusta illustra il “mito” da opporre al globalismo [Video]

AUGUSTA – Scritto con l’intenzione di dare un impulso alla rinascita del pensiero individuale nel mondo contemporaneo delle masse e degli standard, l’ultimo libro di Marcello Veneziani dal titolo Alla luce del mito è stato presentato, giovedì sera, 23 marzo, nel salone di rappresentanza del Circolo Unione di Augusta.

Nota firma del giornalismo nazionale, Veneziani collabora da tempo con le più prestigiose testate italiane, dopo averne fondate e dirette diverse egli stesso tra gli anni Ottanta e Novanta, con una parentesi nei cda di Rai e Cinecittà agli inizi degli anni Duemila. Autore di saggi e appassionato cultore della filosofia, i suoi libri trattano spesso argomenti di rilevante impronta storico-sociale per offrire scorci “alternativi” sull’attualità.

Ancora una volta si respira cultura al Circolo Unione, presieduto da Gaetana Bruno, in questa occasione all’evento promosso dallo studente universitario Marco Failla e supportato dalla locale libreria Mondadori. Gremito di persone, il salone di rappresentanza di Augusta ha infatti accolto una curiosa e partecipata conversazione attorno al mito delle origini e ai suoi contemporanei “surrogati” e “degenerazioni”, stimolando le numerose domande poste nella seconda parte all’autore dalla platea.

Nel libro non si parla del mito quale i nostri studi classici ci hanno consegnato, bensì si parla del mito in chiave moderna, ossia quale bisogno fondamentale dell’uomo di una vita superiore, un’esigenza che trascende la realtà, un mondo contiguo”. Così la presidente del circolo Gaetana Bruno ha voluto presentare Veneziani, seguita da Luigi Amato, professore ordinario di Estetica presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo.

L’accademico siracusano ha voluto agganciare il saggio all’attualità: “Il libro di Veneziani riconcilia con la lettura e permette di guardare il mondo con occhi diversi, rifondarsi e rifondarlo per mezzo delle idee ritrovate. In una fase di distruzione dei miti, la nostra è una società che definisco Narciso 2.0 in cui tutti ci troviamo connessi con miliardi di apparecchi che consentono solo di spiare e di essere spiati. Viviamo in un’epoca in cui predomina il pensiero unico e ci si conforma al canone di un grade reality televisivo”.

Quindi è stata la volta di Marcello Veneziani, che ha narrato il suo personale viaggio alla riscoperta del mito, antico collante con filosofia, poesia, scienza, tecnica e confessioni religiose. Recupera il mito come fondamento delle origini da riscoprire, fondamento delle comunità, evidenziandone però le trasformazioni nel corso del tempo e le manipolazioni in campo politico, fino alle degenerazioni contemporanee, tra globalismo, tecnologia, e cita il falso mito del mondo Apple, e social, che avrebbero avuto l’effetto di estendere a dismisura i canali per comunicare, senza più sapere cosa comunicare.

Dunque il giornalista sostiene: “Il mito nelle sue diverse accezioni e nella sua polisemia permette ancora oggi di leggere l’esistenza. Le idee possono ancora circolare e riscaldare guardando al mondo da un prospettiva più alta e non legata necessariamente all’utilità immediata. Infatti questo è il momento in cui l’azione va abbinata alla conoscenza delle cose partendo dalla riscoperta e conoscenza di se stessi per avere delle coordinate in un mondo in cui la conoscenza si è smarrita, assorbendo un enorme bombardamento mediatico di notizie sulla rete”.

Il mito, nel saggio inteso come forma della mente e struttura del pensiero, per Veneziani sarebbe l’unico possibile competitore globale del pensiero unico dominante e della sovranità della tecno-finanza. Solo il mito potrebbe infatti “parlare” alle coscienze per elevarle e in un certo senso liberarle dalla mediocrità di un “oggi” sempre più disancorato dal passato e dal domani.

Alessandra Peluso

Proponiamo qui di seguito le riprese della presentazione, con l’interessante “dialogo” che ne è scaturito tra il pubblico e l’autore.


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