Augusta, al via progetto di citizen science per campagna archeologica italo-americana
AUGUSTA – La “citizen science” è, letteralmente, la scienza che si realizza con il contributo del cittadino. Con questo approccio innovativo, si terrà un primo convegno-laboratorio sui siti preistorici del sud-est siciliano martedì 9 gennaio alle ore 17 nel salone di rappresentanza del palazzo di città.
Il “laboratorio di scienza cittadina” è promosso dal progetto archeologico italo-americano chiamato “Eos“, acronimo che sta per “Early occupations of Sicily project“ (sui primi insediamenti umani in Sicilia), in collaborazione con il Museo civico di storia naturale di Comiso e il “Diving Punta Izzo“.
Il laboratorio al via il 9 gennaio è rivolto a gruppi di sommozzatori, speleologi e guide naturalistiche che vivono e operano sul territorio delle province di Siracusa e Ragusa. Ma non è per soli professionisti.
“Speriamo di attrarre cittadini con i quali potremo continuare a collaborare, che potranno offrire supporto alla ricerca archeologica in questo territorio“, riferisce a La Gazzetta Augustana.it Ilaria Patania, l’archeologa paleoambientale direttrice del progetto Eos, augustana che attualmente lavora per il Center for human evolutionary studies della Rutgers University (New Jersey). “Vogliamo creare un rapporto con i cittadini in generale e formare ciziten scientist per il riconoscimento, la segnalazione e la sicurezza dei siti archeologici“, aggiunge.
Grazie al Museo civico di storia naturale di Comiso, nel corso del primo convegno-laboratorio in Augusta verranno osservati anche dei reperti, segnatamente fossili, strumenti in pietra e blocchi di argilla paleolitici. Sarà infatti presente il direttore scientifico del Museo, Gianni Insacco. Per l’occasione interverrà anche l’augustano Jano Di Mauro, istruttore subacqueo Wase del “Diving Punta Izzo”, che racconterà l’esperienza acquisita la scorsa estate nell’ambito delle ricerche di grotte marine con il team italo-americano.
Ricordiamo che il progetto “Eos”, che ad Augusta sta studiando la grotta terrestre di Campolato sud (vedi foto di copertina), nasce da un protocollo d’intesa tra la Washington University in St. Louis, la Uconn – University of Connecticut, la Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, la Soprintendenza del mare della Regione siciliana, con l’obiettivo di rivedere studi del secolo scorso sulle grotte e i paleositi nel sud-est siciliano. La campagna è finanziata da enti statunitensi, in larga parte The Leaky Foundation, ma anche Aia – Archaeological Institute of America e la Rust Family Foundation.