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Augusta, il caso: desiderio di un malato di tumore di venir seppellito nella terra natia negato da un regolamento

AUGUSTA – “La burocrazia di un regolamento comunale non può impedire a un nostro concittadino di essere seppellito nella sua terra natale“. È Giancarlo Triberio, consigliere comunale di minoranza, a farsi portavoce dell’ultimo desiderio di un augustano, Salvatore P., affetto da una grave malattia tumorale e costretto a spostare in Calabria la propria residenza nel 2017 per avere meglio assicurata l’assistenza necessaria da parte della figlia, lì residente.

Adesso che sta perdendo la battaglia contro la malattia che causa troppi morti nel nostro territorio – rende noto Triberio – ai propri congiunti ha manifestato la volontà di riposare dove è nato e cresciuto, dove si è innamorato e sposato, dove ha cresciuto i propri figli ed ha lavorato per una vita, prima che le difficili condizioni di salute lo costringessero a trasferirsi“.

Ma, a quanto pare, l’ultimo desiderio di questo concittadino non trova conforto nelle norme del regolamento comunale. “I familiari si sono subito attivati per assicurare al padre almeno questa ultima consolazione: riposare dove sono sempre stati i suoi affetti. Ma gli uffici comunali gli hanno detto no. Le disposizioni regolamentari comunali impediscono la sua inumazione ad Augusta – spiega il consigliere comunale – Data questa particolare situazione, che tocca rilevanti aspetti umani e sociali, una rigida applicazione del regolamento va a scontrarsi in maniera inaccettabile con il senso di pietà fortemente radicato nella nostra comunità cittadina“.

Triberio fa sapere che, compulsato dal signor P. e dai suoi familiari, ha “chiesto un intervento immediato” al Sindaco di Augusta e al Prefetto di Siracusa, suggerendo di derogare al regolamento o ricorrere, eventualmente, “a quegli strumenti normativi già opportunamente utilizzati per ospitare sepolture di migranti, deceduti in altri ambiti comunali che non erano in grado di accoglierli nei propri cimiteri“.

Secondo quanto rende noto Triberio, della vicenda si sarebbe interessato anche il sindaco di Francavilla in Sinni (Potenza) e neo consigliere regionale lucano, Francesco Cupparo, provando a contattare il Comune di Augusta, “senza esito“, e infine chiamando lo stesso Triberio affinché trovasse “qualche esponente dell’amministrazione con cui interloquire“.

Potrei dire molto su questo comportamento, umano prima ancora che politico: ma non è questo il momento. Adesso è il momento di regalare l’ultimo sorriso di speranza a un augustano che ci sta lasciando per sempre, proprio mentre altri augustani come lui sono nuovamente in strada insieme a don Palmiro Prisutto e don Angelo Saraceno per chiedere di fermare una volta per tutte la strage silenziosa dei morti per cancro“, afferma in riferimento alla fiaccolata augustana di giovedì pomeriggio tenuta per ricordare le vittime di tumori nel quadrilatero industriale.

Questa battaglia dei figli di Salvatore P. (da noi ridotto all’iniziale, ndr) – conclude Triberio – non è solo la battaglia umana per il loro amato padre, né la battaglia politica di un consigliere di questa città, ma è la sacrosanta battaglia civile di tutti, perché quell’augustano che si sta spegnendo lontano da casa può essere domani il padre di ciascuno noi“.


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