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Augusta, una canzone toccante sul papà perduto per lanciare monito: “Parlarne può salvare tante persone”

AUGUSTA – Note alte e insieme colme di commozione e nostalgia compongono il primo singolo inedito di Leandra Prato, una venticinquenne di Augusta che ha ritrovato la forza interiore nel canto dopo la perdita del padre per suicidio, quasi otto anni fa. La canzone, lanciata con un videoclip la scorsa estate, intende restituire voce e dignità al padre, proprio colui che le trasmise la passione per il canto, ma anche diventare monito perché non si ceda alla depressione e si possa trovare conforto negli aiuti specialistici.

Il testo di “La stella che brilla di più” è stato scritto da Leandra e composto in musica con l’ausilio di Saretto Giuffrida, in arte Mr. Esse. Come ci riferisce la giovane cantante, vuol lasciare una traccia, nei concittadini, di quell’uomo che le ha donato la vita e che, per lei, resterà immortale nella sua generosità. L’intento, dunque, di conferire a un grave lutto che generò sconcerto nella comunità cittadina, che conosceva Mario Prato come apprezzato lavoratore titolare di un’autofficina per gomme, una luce diversa da quella della sola fragilità e lontana dal cupo rumore della depressione. Ed è così che Leandra fa rivivere il papà quale stella in cielo e angelo nel cuore delle figlie, della moglie e di tanti amici.

Nata in seno ai momenti di tristezza e sotto forma di una lettera, la canzone si carica di eternità e attualità per svelarsi agli ascoltatori in un caloroso abbraccio tra le parole e la musica, con il principale intento di far riflettere sul valore prezioso che solo la vita possiede.

Del padre, di cui ricorda con particolare commozione l’ultimo abbraccio, Leandra tiene a sottolineare: “Era una persona buona e pertanto fragile, ci accontentava perché sapeva di vivere una volta sola. Quando è arrivata la crisi economica, per la sua unica sensibilità o forse troppa bontà verso le persone, non è stato in grado di gestirla, né di fronteggiarla. Lui stava male dentro e lo si vedeva dagli occhi spenti che aveva. Soffriva tanto per cose che nella vita quotidiana esistono e si possono tranquillamente risolvere parlandone, ma questo brutto mostro, così come io chiamo la depressione, ha ampliato anche quello che poteva essere un piccolo problema, facendo sì che la malattia prendesse il sopravvento. Però, nonostante il suo male interiore, non ha mai smesso di credere nella mia passione per il canto, tanto da dimenticare in quei pochi attimi la sua sofferenza“.

L’inizio del nuovo anno diventa occasione, per la giovane cantante augustana, di lanciare un monito: “L’importanza del parlare, nei momenti difficili, è fondamentale per le famiglie – asserisce Leandra Prato – Il non puntare subito il dito e attraversare insieme gli ostacoli posti dalla vita può ancora salvare tante persone dal commettere gesti estremi, dolorosi per chi resta. La depressione esiste se la gente la chiama tale. Le maldicenze feriranno sempre, ma io non ho rimpianti“.

La depressione è, purtroppo, un grave ostacolo che la vita mette di fronte a molte persone, che può durare mesi o anni, ma non è insuperabile se la si riconosce per tempo e ci si affida al supporto specialistico. La cura della salute mentale è importante almeno quanto la cura della salute fisica, e la canzone di Leandra prova a offrire un contributo di genuini sentimenti per affermare questo principio.

Alessandra Peluso


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