Augusta, vertenza nazionale Difesa, la preoccupazione dei sindacati: a rischio futuro Marinarsen?
AUGUSTA – Il sindacato unitario del personale civile della Difesa esprime preoccupazione, nell’ambito della vertenza nazionale Difesa, sul futuro dell’Arsenale militare marittimo di Augusta (nella foto di repertorio in evidenza). “In una comunità, già notoriamente tormentata, ci preoccupa infine il piano pluriennale di finanziamenti messo in atto dall’Amministrazione Difesa che escluderebbe Ia Base militare di Augusta dallo scenario politico e strategico della Marina militare. In particolare, chi ne pagherebbe più le conseguenze in tale prospettiva, sarà la nostra area industriale (Arsenale militare marittimo di Augusta) con inevitabili e gravi ripercussioni sia per il Personale civile della Difesa che per l’intero sviluppo dell’economia territoriale“.
Questo scrivono congiuntamente i segretari territoriali di Fp Cgil (Sebastiano Trigilio), Cisl Fp (Salvatore Saraceno), Uil Pa (Giuseppe Privitera) e Confsal Unsa (Tindaro Rubino), in una lettera aperta indirizzata al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, al capo di stato maggiore della Marina militare, ammiraglio Valter Girardelli e al comandante Marisicilia, contrammiraglio Andrea Cottini, nel motivare la scelta di non partecipare alla Festa della Marina militare in programma per oggi nel comprensorio Terravecchia.
“Le scriventi Organizzazioni sindacali territoriali – fanno sapere – in linea con le iniziative di mobilitazione su tutto il territorio nazionale, e al fine di porre l’accento sulla condizione di gravità del settore produttivo ed occupazionale del Ministero della Difesa, ritengono di non partecipare alle celebrazioni per la Festa della Marina dell’11 giugno, presso il comprensorio di Marisicilia Augusta, non per rimarcare una distanza con i profondi legami storici della Marina Militare e la popolazione megarese, ma per evidenziare un’esigenza diversamente ignorata“.
Ribadiscono quindi una serie di rivendicazioni connesse alla vertenza nazionale Difesa e alla mobilitazione sul pubblico impiego: “Il superamento dei vincoli imposti dalla legge 244/2012, con cui sono stati tagliati 10.000 posti di lavoro del personale civile per finanziare carriere e stipendi d’oro; un urgente piano straordinario di assunzioni al quale vanno destinati investimenti adeguati e in cui realizzare la riapertura delle ex scuole operai; il recupero del divario economico esistente tra la retribuzione accessoria attribuita ai lavoratori civili della Difesa e quella percepita dai colleghi impiegati in altri Ministeri e amministrazioni; lo sblocco delle progressioni tra le aree funzionali del personale civile, a partire dal personale della 1ª area; la ricollocazione su base volontaria in altri Ministeri e/o pubbliche amministrazioni del personale ex militare transitato nei ruoli civili dell’amministrazione Difesa“.
“Tra l’altro – concludono le segreterie territoriali delle suddette organizzazioni sindacali – le interlocuzioni a livello nazionale degli ultimi mesi con il vertice politico, utili per rappresentare le esigenze più evidenti, non hanno prodotto alcun risultato concreto, rendendo non percepibile l’auspicato cambiamento“.