Breve storia di Augusta: chiese di S. Lorenzo, Madonna dell’Itria, S. Eligio, S. Barbara, Madonna di Terravecchia


AUGUSTA – Nell’ambito di una più ampia iniziativa editoriale promossa da La Gazzetta Augustana.it di divulgazione e promozione della storia di Augusta, abbiamo previsto una rubrica settimanale tematica nel nostro web magazine di approfondimento “Cultura”. Ha per titolo “Breve Storia di Augusta” ed è curata da Filippo Salvatore Lentini, detto Salvo, già ufficiale della Marina Militare, che da appassionato alle vicende storiche e alle tradizioni augustane, facendo ricorso ad un’estesa bibliografia che comprende i numeri del “Notiziario storico di Augusta” e i diversi lavori succedutisi nel tempo di noti studiosi della storia cittadina (che Lentini ci ha chiesto di menzionare in ordine casuale in premessa: Mario Mentesana, Elio Salerno, Tullio Marcon, Ennio Salerno, Vincenzo Vinciguerra, Ezechiele Salerno, Giorgio Casole, Sebastiano Salomone, Giovanni Vaccaro, Giuseppe Messina, Giovanni Satta, Giuseppe Carrabino, Italo Russo e non solo), ha pubblicato nel 2008 l’apprezzata opera dal titolo “L’Isola delle Palme”. Offrirà ai lettori de La Gazzetta Augustana.it, per la prima volta su una testata, la versione ridotta e adattata al web della sua pubblicazione.
16. Chiese di S. Lorenzo, Madonna dell’Itria, S. Eligio, S. Barbara, Madonna di Terravecchia.
- Chiesa di San Lorenzo
La Chiesa dedicata a San Lorenzo, martire di origini spagnole che aveva donato ai poveri tutti i suoi averi e che nell’anno 258 a Roma aveva subito il tormento del fuoco per aver rifiutato di rinnegare la fede cattolica, era stata costruita nel 1724 ed aveva l’ingresso principale sulla via Megara, in prossimità della via San Lorenzo che, per l’appunto, dalla sua presenza ne aveva preso il nome. Proprio in questa piccola via, a ricordo dell’antica presenza di detta chiesa, esiste una edicola, dove è collocata una statua di San Lorenzo, voluta dallo stesso costruttore del palazzo civile che nel 1940 fu edificato al posto della chiesa, già sconsacrata da una decina di anni.
La Chiesa di San Lorenzo era la sede della Confraternita dei “trasportatori di robba”, ovvero i lavoratori di piazza, volgarmente detti anche “vastasi”, che il 10 del mese di agosto, giorno della ricorrenza del suo martirio, organizzavano i festeggiamenti in onore del loro protettore. Per i giovani augustani delle passate generazioni, il giorno di San Lorenzo era ricordato per la festività religiosa e per i vari giochi, fra i quali spiccava “a ‘ntinna a mari”, svolti per arricchirne la celebrazione; per i ragazzi dei tempi moderni, invece, la data è attesa per essere ‘la notte delle stelle cadenti’ (una pioggia di piccole meteoriti, particolarmente visibili in quei giorni estivi): ad ogni epoca le proprie usanze ed i propri piaceri!
- Chiesa della Madonna dell’Itria
Molto tempo prima di essere costruita nell’angolo Sud-Est delle attuali via Epicarmo e via Roma, la Chiesa dedicata alla Madonna di Odigitria, più nota come Chiesa della Madonna dell’Itria, dalla quale prendeva nome il rione cittadino dell’ “Itria”,si trovava nel piano del castello e venne smantellata e trasferita nel 1683, come avvenuto per altre costruzioni religiose, per dar spazio alla programmata realizzazione della piazza d’Arme. La chiesa, con il prospetto principale che dava sulla via Epicarmo ed avente ai lati dell’ingresso due belle colonne scanalate, fu abbandonata dopo la sua sconsacrazione, divenendo fin dai primi anni del dopoguerra la sede di alcune attività artigiane, fra le quali quella di una falegnameria.
Nel 1958 la locale ‘Chiesa dell’Itria’, o perlomeno quanto di essa era rimasto, fu demolita; con essa scomparve per sempre il luogo sacro che era stato la sede della Confraternita dei campagnoli, ovvero i lavoratori agricoli. Dal mestiere dei confratelli, nelle annuali processioni in onore della Santissima Maria, dipendeva l’addobbo del baldacchino che coronava la Madonna: se l’annata era stata abbastanza ricca, nell’or-namento vi erano molto più fiori di quelli che si mettevano dopo una deludente annata nei campi agricoli. Nell’area che era stata della vecchia chiesa sorse l’attuale palazzo ad uso civile, dove è stata affissa una piccola e semplice targa, per ricordare ai posteri più attenti l’esi-stenza dell’antica chiesa in quel luogo. Dopo la scomparsa della chiesa, il culto della Madonna dell’Itria, il cui simulacro la vede con il Bambino Gesù in grembo e seduta su di una solida trave, portata a spalle da due frati, continua nella Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, in Via Principe Umberto.
- Chiesa di Sant’Eligio
In via Epicarmo, all’incrocio con via Limpetra, in pratica nel lato opposto dello stesso isolato dove era la Chiesa dell’Itria, si trovava la chiesa dedicata al culto di Sant’Eligio, ovvero di “Sant’Aloe”, com’era chiamato in modo dialettale ad Augusta. Eretta dai devoti che di mestiere facevano i carrettieri, nella Chiesa di Sant’Aloe si venerava anche la Madonna della Provvidenza, i cui festeggiamenti sono ricordati per la tradizionale e caratteristica corsa con i sacchi, già molto in voga all’epoca, e per la benedizione e distribuzione dei richiestissimi “panuzzeddi da pruvvidenza”. La scomparsa di questa chiesa, che aveva l’ingresso su via Epicarmo, avvenne nel 1923 quando, messa all’asta, fu comprata da imprenditori privati, per edificarvi delle abitazioni civili.
- Chiesa di Santa Barbara
Con la nascita del distretto della Marina Militare, si rese necessaria la costruzione di una chiesa all’interno dello stesso comprensorio militare, situato nella zona di Terravecchia. La chiesa, sconosciuta a gran parte degli Augustani, fu costruita nel 1954 e aperta al culto il 14 agosto dell’anno successivo con la celebrazione della prima funzione religiosa; ovviamente la chiesa fu dedicata a Santa Barbara: la protettrice della Marina Militare.
Santa Barbara è festeggiata il 4 dicembre, con la grande collaborazione dell’Associazione Marinai d’Italia di Augusta, che è presente con l’effige della Santa anche durante le altre principali processioni delle celebrazioni liturgiche svolte in città.
- Madonna di Terravecchia
A poca distanza “do Bambineddu”, nella zona di piazza Risorgimento, si trova la piccolissima cappella della Madonna del Rosario, comunemente conosciuta come la “Madonna do Tunnu i Terravecchia”, in passato onorata con festeggiamenti fatti nell’ultima domenica del mese di maggio.
Nonostante non sia mai esistita una chiesa della Madonna del Rosario, la cui mini cappella fu eretta in via Dessiè negli anni Venti del Novecento per iniziativa della famiglia Ponzio, che per anni ne ha curato con merito anche le varie celebrazioni, gli annuali festeggiamenti in suo onore riuscivano ad animare l’intera zona della piazza Risorgimento (localmente indicata come “u Tunnu”), per l’occasione adornata ed illuminata in maniera molto piacevole. I festeggiamenti, effettuati fino agli ultimi anni Settanta, comprendevano vari giochi e gare sportive che si svolgevano durante il giorno, in attesa del festival canoro che iniziava nelle ore serali e faceva affluire molti spettatori davanti ad un palco montato nella stessa piazza Risorgimento, l’indubbio quartier generale dei “Terravicchiari”.
Salvo Lentini