Bronzi di Riace, il mistero si infittisce a Brucoli. L’inchiesta su Speciale Tg1


AUGUSTA – È andato in onda su Rai 1 nella notte tra domenica e questo lunedì Speciale Tg1, settimanale di approfondimento, dedicato a “Il mistero dei Bronzi di Riace“ con un’inchiesta curata dalla giornalista Dania Mondini che ha esplorato i numerosi enigmi ancora irrisolti legati alle due celebri statue greche esposte al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.
Il fortuito ritrovamento ufficiale delle due sculture bronzee, databili tra quinto e quarto secolo a.C., risale al 16 agosto del 1972, avvenuto a 230 metri al largo di Riace Marina, a 8 metri di profondità.
Tra nuove rivelazioni scientifiche e racconti di archeomafie sui due capolavori scultorei di fama mondiale, l’inchiesta, condensata nel servizio di un’ora, approda a Brucoli, borgo marinaro del territorio di Augusta, seguendo le tracce della cosiddetta “ipotesi siracusana” rilanciata dalle ricerche del medico e cultore di bronzistica greca Anselmo Madeddu (autore del libro Il mistero dei Guerrieri di Riace. L’ipotesi “siciliana”, edito nel 2025), di recente suffragate da indagini geochimiche condotte da accademici delle università di Catania e di Ferrara.
Secondo questa ipotesi, non nuova in quanto una “pista siciliana” fu sostenuta dagli autorevoli archeologi americani Robert Ross Holloway (di cui è stata intervistata la figlia Anne, nel servizio) e Anna Marguerite McCann, i due Bronzi, comunque realizzati in Grecia, facevano parte di un più ampio gruppo scultoreo e furono assemblati per la definitiva collocazione a Siracusa, prima di divenire oggetto del sacco da parte del console Marcello nel 212 a.C. e di prendere la via del mare verso Roma. Ma la nave romana su cui viaggiavano sarebbe affondata lungo la rotta per l’Urbe.
Suggestive le nuove rivelazioni raccolte nell’inchiesta del Tg1, emerse dalle interviste a soggetti coperti dall’anonimato e in particolare ai fratelli augustani Marco e Mimmo Bertoni. Questi ultimi due hanno riferito i racconti del padre Pippo Bertoni, fondatore dell’allora noto ristorante “Trotilon” sulla baia di Brucoli. A detta dei fratelli Bertoni, “cinque statue, delle spade e due leoni” tra cui presumibilmente i due Bronzi di Riace sarebbero stati rinvenuti per la prima volta nel 1971 al largo di Brucoli, da due subacquei (“un napoletano e un romano“) su un fondale profondo circa 90 metri dinanzi a punta Tonnara. Il tesoro subacqueo sarebbe stato scoperto nell’ambito di un’operazione clandestina e caricato su “un grande peschereccio” alla volta della Calabria.
Un viaggio su cui altri testimoni ipotizzano l’intervento delle archeomafie, con il temporaneo nascondiglio del basso fondale di Riace Marina, per poi ‘piazzare’ illecitamente le inestimabili opere scultoree grazie al florido mercato nero dell’arte degli anni settanta.
Nel finale del servizio, i due ‘colpi di scena‘ dello Speciale Tg1 su questa intrigante vicenda. Dapprima, una nota del famigerato mercante d’arte americano Robert Hecht, che in un suo taccuino sequestrato fa menzione di un “gruppo in bronzo firmato da Pithagoras di Rhesium. 5° a.C.“, scultore greco ritenuto probabile autore dei Bronzi di Riace. Poi, la “fotocopia di una foto in bianco e nero” pervenuta alla Redazione del Tg1 e mostrata nel servizio, che immortala due subacquei che sorreggono una statua simile ai Bronzi di Riace presumibilmente sul lungomare di Brucoli, e che, se dovesse risultare originale (secondo la Redazione, che l’ha sottoposta all’analisi di esperti, è “credibile” per proporzioni e contesto), darebbe adito all’ipotesi dell’esistenza di almeno un terzo guerriero.