Il terremoto del 1693 nelle epigrafi augustane, incontro Unitre con la “Società augustana di storia patria”


AUGUSTA – Ieri, nell’aula magna dell’istituto “Arangio Ruiz”, sede delle iniziative di formazione dell’associazione Unitre di Augusta, presieduta da Giuseppe Caramagno, si è svolto il terzo degli incontri programmati dalla stessa in collaborazione con la neo costituita “Società augustana di storia patria“, di cui è stato eletto presidente Giuseppe Carrabino.
Già lo scorso mese, proprio Carrabino aveva intrattenuto gli attenti “studenti” dell’Unitre sui temi “Splendori della fede, argenteria sacra nelle chiese di Augusta” e “Augusta sacra, reliquie e reliquiari”. In questo terzo incontro è stata la volta di Salvatore Romano, vicepresidente del sodalizio di studi di storia patria, il quale, cogliendo l’occasione del 325° anniversario del terribile terremoto che nei giorni 9 e 11 gennaio 1693 devastò il Val di Noto, ha curato una relazione sul tema “Il ricordo del terremoto del 1693 nelle epigrafi augustane”.
Ricordando così la menzione del sisma riscontrabile sulle epigrafi affisse su tre edifici religiosi augustani: chiesa di Gesù e Maria, convento di San Domenico, convento dei Frati Minori Osservanti e chiesa di San Francesco di Paola; nella trascrizione dell’epigrafe della distrutta chiesa di Gesù e Maria; sull’antica lastra tombale della famiglia di Pietro Tringali scolpita nel quarto decennio degli anni 1740, rinvenuta verso la fine degli anni 1980 negli scavi archeologici della piazza San Domenico.
Romano, avvalendosi di una proiezione multimediale, ha esposto l’argomento, ricordando il luogo geografico identificato come Val di Noto ed evidenziando come quella catastrofe divenne all’epoca anche l’argomento di moltissime cronache locali, di osservazioni scientifiche e di rappresentazioni artistiche. Ma, per meglio descrivere cosa successe ad Augusta, ha preferito ridar voce all’anonima monaca benedettina del convento di Augusta, leggendo la breve cronaca redatta dalla suora alcuni giorni dopo il terremoto. Quindi, ha proiettato le immagini delle epigrafi nei cui testi in latino si menziona il terremoto, resi anche nella traduzione italiana, curata dal compianto preside Giovanni Satta.
Ancora una volta l’Unitre di Augusta ha partecipato numerosa, segno questo dell’interesse e sensibilità verso la storia della città. A nome dei suoi soci, il presidente Giuseppe Caramagno ha espresso soddisfazione e gratitudine per la collaborazione offerta dalla “Società augustana di storia patria”, della quale, ha sottolineato, che “propone all’attenzione dell’Unitre argomenti nuovi, talvolta inediti, e, anche quando non lo sono, essi destano comunque interesse grazie alla cura con cui vengono preparati e all’uso dei nuovi strumenti multimediali”.
Intanto prosegue la campagna adesioni per soci sostenitori della “Società augustana di storia patria”, che saranno destinatari del “Bollettino” con i contributi di quanti si occupano della storia, della tradizione, del vissuto della comunità.