In arrivo ad Augusta carico di petcoke, Legambiente invita Amministrazione a opporsi
AUGUSTA – Legambiente prosegue nella sua attività di denuncia dei carichi di petcoke, ovvero il carbone da petrolio, in arrivo via mare verso il porto di Augusta, segnalando il terzo carico dall’inizio dell’anno, in tal caso proveniente da Houston. Sarebbe il terzo, dopo che a gennaio e a febbraio si registrarono due discariche rispettivamente di 15 mila e 7.500 tonnellate. La destinazione sarebbe la cementeria Buzzi Unicem nel porto megarese, pertanto la sezione locale dell’associazione ambientalista torna a chiedere alle amministrazioni dei territori interessati di opporsi a questa tipologia di traffico.
I motivi in una nota inviata alla stampa, in cui si ricorda che il petcoke è ciò che resta sul fondo del barile dopo aver raffinato ed estratto il petrolio, nel quale si concentra un’alta percentuale di zolfo e di metalli pesanti. Legambiente ritiene che questo prodotto sia, insieme al carbone, uno dei combustibili fossili più inquinanti e tra i maggiori corresponsabili dei cambiamenti climatici, “un pessimo scarto che nessuna legge può trasformare in un buon combustibile“.
L’allusione è alla legge emanata dal governo Berlusconi nel 2002, per salvare la raffineria Eni di Gela che lo produceva e la centrale termoelettrica che lo bruciava, norma che avrebbe riclassificato ciò che prima era un rifiuto come combustibile.
A sostegno della tesi sulle potenzialità inquinanti del petcoke, Legambiente cita il caso di altre cementerie, che giustificherebbero la richiesta di impiegare il Css, ovvero Combustibile solido secondario, derivante dal trattamento dei rifiuti, in parziale sostituzione del petcoke, proprio per migliorare le loro emissioni e contribuire al raggiungimento dell’obiettivo nazionale di riduzione della CO2.
Legambiente Augusta, che in città può contare sul vicepresidente regionale dell’associazione Enzo Parisi, denuncia: “Ad Augusta, dove si susseguono incessanti i fenomeni di disturbo olfattivo causati dalle emissioni maleodoranti della zona industriale, anziché potenziare ospedale ed offerta sanitaria e depotenziare rischi e impatti ambientali e sanitari, si consente invece l’ulteriore insediamento o l’ampliamento di impianti per il deposito ed il trattamento di rifiuti e si continua ad utilizzare un pessimo combustibile come il petcoke, con il suo alto contenuto di zolfo e di metalli pesanti“.
Quindi la proposta, reiterata, a tutti gli amministratori locali dei territori ricadenti nel Sin: “Per questi motivi a tutte le amministrazioni comunali dell’area a rischio di crisi ambientale, ed in particolar modo a quella di Augusta ed al suo assessore all’Ambiente che sappiamo sensibili al tema, Legambiente ribadisce la richiesta di intervenire per la messa al bando del petcoke a cui si deve pervenire anche attraverso l’adozione e la rigorosa applicazione di un piano regionale della qualità dell’aria che ripristini condizioni di vivibilità e salubrità per le popolazioni“.