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La manifestazione dei foulard indetta da don Palmiro Prisutto

AUGUSTA – Come le Madri di Plaza de Mayo, che da circa quarant’anni, ogni anno, sfilano in Argentina, con un foulard bianco intorno al collo, per ricordare i “desaparecidos”, ovvero i propri figli, dissidenti politici, fatti sparire durante gli anni della dittatura militare tra il 1976 e il 1983.

Così don Palmiro Prisutto, arciprete di Augusta impegnato da decenni nella battaglia contro l’inquinamento industriale, chiama a sfilare in corteo i cittadini augustani che hanno dovuto fare i conti nelle proprie famiglie con il cancro, invitandoli a indossare un foulard bianco, sul quale scrivere il nome e cognome del caro estinto per la malattia, e un foulard giallo, sul quale segnare il solo nome proprio, nel rispetto della privacy, di una persona cara attualmente malata di tumore.

Ma l’invito è ovviamente esteso a tutti coloro che intendono non far dimenticare ciò che l’Arciprete ha definito più volte un “olocausto industriale“, per le centinaia di vittime elencate nelle sue messe “per la vita”, celebrate per due anni ogni 28 del mese fino all’annuncio della loro conclusione.

Il giorno della manifestazione sarà, infatti, giovedì 28 aprile, prevedendo il raduno nel piazzale esterno del cimitero comunale alle ore 17. In quel luogo verrà deposta dai cittadini, quali, si riferisce, “prima istituzione dello Stato“, una corona di fiori in memoria dei morti per tumore. Alle ore 17,30 prenderà il via il corteo che attraverserà il quartiere Borgata, raggiungendo, attraverso viale Italia e via Lavaggi, il centro storico e proseguendo, per un tratto di via Cristoforo Colombo e di via Principe Umberto, fino alla centrale piazza Duomo.

Alle ore 18,30 i cittadini si produrranno allora in un flash mob, ancora da definire, davanti al Duomo e potranno infine partecipare alla messa celebrata dalle ore 19 in chiesa Madre.

Don Prisutto, ricordando la partecipata manifestazione di undici anni fa, esattamente il 21 aprile 2005, ricorda le parole ancora attuali scritte allora: “Desidero ringraziarvi del coraggio e della pazienza dimostrati in occasione della fiaccolata del 21 aprile scorso, in occasione della prima giornata della memoria delle vittime dell’olocausto industriale. Coraggio, perché solo i coraggiosi hanno l’ardire di esporsi, di lottare, di non arrendersi; pazienza, perché oggi non è facile ascoltare “discorsi”, compreso il mio, da qualunque parte provengano“.


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