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La “tromba” della notte del Giovedì Santo nelle scuole

AUGUSTA – Al fine di far conoscere alle nuove generazioni la tradizione della tromba della notte del Giovedì Santo, nota come “‘A trumma“, sono state previste due irruzioni musicali in alcuni istituti comprensivi cittadini, segnatamente al “Domenico Costa” e al plesso “Cappuccini” del “Principe di Napoli”.

In due mattine, 27 marzo e 8 aprile, due musicisti augustani, il maestro Gaetano Galofaro ed Emanuele Di Grande, che da ormai un decennio promuovono con passione questa preziosa eredità del passato, hanno fatto ascoltare ai giovanissimi alunni delle scuole le struggenti note che gli augustani attendono di udire dalle proprie abitazioni. Sonorità attese nelle ore che vanno dalla tarda sera del Giovedì Santo fino a poco prima dell’inizio della processione del Cristo morto, che prende il via all’alba dalla chiesa di San Giuseppe.

Alcune insegnanti hanno spiegato il significato profondo di questa tradizione, ancora radicata e amata tra i cittadini augustani. Almeno nella narrazione popolare, la tromba vuole rappresentare la voce della Madre di Gesù, in cerca del figlio, che sembra dire “Turi, Turiddu”, mentre il percuotere del tamburo vuole simboleggiare il battito di quel cuore in ansia per ciò che sarebbe accaduto da lì a poco.

Siamo stati accolti dai bambini con il loro inconfondibile entusiasmo e con grande piacere abbiamo visto partecipare e sorriderci anche alunni stranieri di altre religioni“, hanno fatto sapere i due musicisti, ringraziando i due dirigenti scolastici Michele Accolla e Agata Sortino, oltre all’insegnante Adele Bonnici, per l’invito. “Possano queste tradizioni, portate avanti con fede, essere segno di unità e aggregazione“, è stato l’auspicio di Galofaro e Di Grande.


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