Ordinanza “anti-assembramenti” nella zona industriale, primo incontro sindacati-prefetto: fumata grigia
AUGUSTA – Cgil, Cisl e Uil al tavolo del prefetto Luigi Pizzi, a Siracusa. Si è svolto questa mattina l’auspicato incontro fra le organizzazioni sindacali e la massima autorità territoriale dopo l’ordinanza prefettizia del 9 maggio scorso che vieta gli assembramenti di persone o automezzi, fino al prossimo 30 settembre, a ridosso di diversi punti della zona industriale, provvedimento che ha generato diverse proteste.
Nei giorni scorsi, anche la Camera del lavoro – Cgil di Augusta aveva riunito il direttivo al riguardo, sollecitando “una risoluzione equilibrata della vicenda che vada incontro alle esigenze di ordine pubblico senza però privare i lavoratori del diritto di riunirsi per protestare verso le aziende quando queste ledono i loro diritti“.
Al termine dell’incontro odierno, i tre segretari generali provinciali Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò hanno ribadito la distanza emersa fra le posizioni, “anche se – sottolineano in un comunicato congiunto – è stato quantomeno instaurato un dialogo. In merito all’ordinanza, il prefetto difende la legittimità del provvedimento, noi diamo una lettura sociale che va nella direzione contraria – ribadiscono Roberto Alosi, Paolo Sanzaro e Stefano Munafò – Tuttavia, al di là del confronto netto, siamo entrati nel merito delle questioni anche per capire da dove scaturiscano le tensioni. In sostanza, confidiamo sul fatto, fermo restando la differenza di vedute, di avviare un ragionamento secondo il quale sia possibile affrontare il tema degli appalti a monte, per evitare il ripetersi di tensioni“.
Cgil, Cisl e Uil, dunque, auspicano un nuovo dialogo con il prefetto Pizzi, “perché il tema degli appalti è la madre di tutte le battaglie e, pur rimanendo fermi su posizioni che oggi sono alquanto lontane, siamo riusciti a parlarne e chissà che dal dialogo non emergano soluzioni al vero motivo per cui scaturiscono le tensioni sull’area industriale“.
“Una cosa è certa – concludono Alosi, Sanzaro e Munafò – continueremo a chiedere interlocuzioni e sollecitazioni alla prefettura, poiché siamo convinti che questa posizione ferma da parte del prefetto complichi le cose anziché risolverle. E noi chiediamo di risolvere un problema che rischia di diventare sociale“.
(Nella foto di repertorio in evidenza: prefettura di Siracusa)