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Rada di Augusta, avviate attività di ricerca per aggiornare le concentrazioni di contaminanti

AUGUSTA – Novità verso la bonifica del porto Megarese, in cui dagli anni cinquanta dello scorso secolo hanno sversato inquinanti gli stabilimenti industriali di un polo petrolchimico tra i più grandi d’Europa. Nei giorni scorsi sono state avviate le prime attività di campo del “Piano per la definizione dei valori di intervento dei sedimenti nella rada di Augusta” dall’Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) della Regione siciliana, in convenzione con l’Ispra (Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale, ente pubblico di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero dell’Ambiente) e in collaborazione con il Ias-Cnr (Istituto per lo studio degli impatti antropici e sostenibilità in ambiente marino, in seno al Consiglio nazionale delle ricerche) e l’Iss (Istituto superiore di sanità).

La convenzione per l’attuazione del Piano, siglata nel 2023 tra il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Ispra e la Regione siciliana, prevede un vasto programma di campionamento, analisi fisicochimiche ed ecotossicologiche di sedimenti e organismi marini, con l’obiettivo di aggiornare le concentrazioni di contaminanti nella rada di Augusta, tenendo conto anche degli aspetti sanitari, al fine di valutare eventuali interventi per il recupero dei sedimenti marini. L’attività avrà una durata di 18 mesi.

La richiesta era partita nel 2021 dall’allora Ministero della Transizione ecologica ad Ispra per assicurarsi che i valori di intervento per i sedimenti marini all’interno della rada di Augusta (Sin di Priolo), definiti soltanto tra il 2005 e il 2006 (dall’allora commissario delegato per l’emergenza bonifiche della Regione, con il supporto dell’Ispra), fossero ancora attuali in base alle normative vigenti, passaggio propedeutico al prosieguo della procedura di bonifica.

Come rendo noto oggi l’Arpa Sicilia, Ispra ha confermato che il criterio Probable effect level (Pel) resta valido, suggerendo un aggiornamento alla luce delle nuove conoscenze ecotossicologiche e metodologie statistiche. In particolare, per il mercurio, un contaminante di elevata rilevanza, è ritenuto necessario un approccio integrato che consideri il bioaccumulo e gli impatti sanitari. Pertanto, è stato proposto un gruppo di lavoro che include anche i summenzionati Ias del Cnr e l’Iss per definire i nuovi valori di intervento.

Il piano operativo include la ricerca di specifici inquinanti nei sedimenti e lo studio della loro migrazione dal fondale agli organismi presenti nell’area (vedi foto di copertina); campagne di pesca scientifica all’interno e all’esterno della rada; il monitoraggio tramite la collocazione, presso cinque pontili nel porto, di organismi filtratori come i molluschi bivalvi (mussel watch).

Nel solco dell’approccio integrato per la ridefinizione dei valori di intervento, il ruolo di Arpa Sicilia è quello di fornire le competenze tecniche necessarie per il prelievo dei sedimenti, la raccolta delle specie oggetto di analisi e la messa a dimora dei mitili per quantificare il bioaccumulo. Mentre Ispra, Ias-Cnr e Iss valuteranno i dati per determinare i valori di intervento, utilizzando modelli statistici e indici di effetto ecotossicologico. I dati raccolti saranno comunicati al Ministero dell’Ambiente e alla Regione siciliana, fornendo un report dettagliato dei risultati ottenuti. I costi per l’attuazione del Piano, da convenzione, ammontano a 1 milione di euro, ripartiti equamente a carico di Ispra, Iss e Cnr.

A commento dell’avvio delle attività del Piano, Vincenzo Infantino, direttore generale di Arpa Sicilia, dichiara: “La collaborazione istituzionale rappresenta uno degli strumenti fondamentali per garantire la tutela dell’ambiente e della salute pubblica. L’avvio delle attività congiunte tra Arpa Sicilia e Ispra per l’aggiornamento dei valori di intervento nella Rada di Augusta segna un importante passo avanti nella gestione e nel monitoraggio della qualità ambientale del nostro territorio”.


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