Augusta, guide turistiche messinesi in città per un percorso da Megara Hyblaea al Museo della Piazzaforte


AUGUSTA – Visita particolare sabato scorso a Megara Hyblaea, sia per la guida d’eccezione Lorenzo Guzzardi, già direttore del Parco archeologico di Leontìnoi e Mègara, insieme con Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub cittadino, sia per i visitatori appartenenti all’Associazione guide turistiche di Taormina e della provincia di Messina, condotti alla scoperta dell’antica colonia greca e ad alcuni altri luoghi di potenziale interesse turistico nel territorio di Augusta.
Il sito di Megara Hyblaea, fondata dagli abitanti di Megara Nisea nel 728 a.C. presso la foce del fiume Cantera e a ridosso di un fertilissimo retroterra agricolo, è ancora un prezioso scrigno di informazioni per gli archeologi, poiché poco si è sovrapposto ai resti di età ellenistica e romana, ultime importanti fasi di vita dell’abitato prima del suo abbandono. Una storia, quella degli scavi, legata al nome dell’archeologo francese Georges Vallet che fu a capo dell’École française de Rome.
La visita, fortemente voluta da Martine Fender, presidente dell’Associazione delle guide turistiche di Taormina e provincia di Messina, è stata realizzata in collaborazione con l’Archeoclub d’Italia sede di Augusta, la cui presidente Mariada Pansera da anni promuove iniziative per una maggiore fruizione dell’area archeologica.
L’archeologo Guzzardi ha illustrato il nuovo percorso didattico realizzato dal Parco, attualmente diretto ad interim da Giuseppe D’Urso, introducendo la visita dei monumenti intorno all’Agorà, riferendosi in particolare alla stratigrafia, all’impianto urbanistico, all’heroon, alle due stoai, ai bagni ellenistici, alle mura ellenistiche con le loro porte. Oltre a parlare dei culti destinati alle varie divinità, Guzzardi ha evidenziato l’importanza di Megara Hyblaea nella restituzione di un edificio destinato al culto dell’ecista (heroon), in cui, forse, si perpetuava il nome di Lamis, ma anche nell’aver dato i natali al celebre commediografo Epicarmo, che giunse a Siracusa dopo che il tiranno Gelone vi deportò parte della popolazione megarese intorno al 482 a.C. Megara Hyblaea venne poi rifondata da Timoleonte nello stesso sito ma le dimensioni dell’età ellenistica, come ha spiegato Guzzardi, erano notevolmente ridotte rispetto al suo primo impianto.
Anche grazie a una mostra allestita tra ottobre e gennaio scorsi al Museo archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa, Megara Hyblaea sta vivendo una nuova fase di notorietà per il celebre kouros con la dedica incisa nella sua gamba e per la splendida kourotrophos, la donna che allatta due gemelli, due dei reperti più ammirati. Attualmente si lavora alla riapertura dell’Antiquarium, nel sito, ove saranno esposti tra l’altro i reperti provenienti dagli scavi più recenti, compresi quelli di età preistorica.
Per la visita di sabato scorso, l’Archeoclub di Augusta ha inserito nel percorso offerto alle guide in visita ad Augusta anche l’ex Hangar per dirigibili e il Castello svevo, purtroppo ammirati solo dall’esterno perché chiusi da anni. È stato invece possibile scoprire il Museo della Piazzaforte del Comune di Augusta, con il suo direttore Antonello Forestiere, affiancato dal componente del direttivo Domenico Collorafi. Presente all’iniziativa anche Piero Monticchio, presidente del Centro studi storico-militari Augusta (Cssma).